Amici del Timone n�74 del 01 febbraio 2018
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DAT, LA LEGGE SULL'EUTANASIA
Prossimo incontro organizzato da Scienza & Vita
di Paolo Delprato - Fonte: Toscana Oggi
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I RADICALI GIOCANO SULLE PAROLE PER INGANNARCI
Sedazione profonda e eutanasia....parlare a vanvera non aiuta a chiarire e perpetua la cultura della morte
di Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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UNA LEGGE INGIUSTA VA RIGETTATA TOTALMENTE
L'ingiustizia di una legge non è soggettiva, per cui l'obiezione di coscienza non cambia la gravità della sua approvazione
di Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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ALZHEIMER E PARKINSON: INTERROTTE LE RICERCHE
Non è un caso che ormai sia sempre più diffusa l'eutanasia legale: il destino degli anziani malati è segnato
di Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OMOFOBIA GENDER CANNABIS
Non c'è bisogno di leggere i programmi dei partiti per prevedere i temi caldi della prossima legislatura
di Marco Guerra - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LA SANTA SEDE PREMIA UN'ABORTISTA PRO-LGBT
Un'attivista anticattolica ha ricevuto l'onorificenza dell'Ordine Pontificio di San Gregorio Magno (no, purtroppo NON è una fake news!)
di Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender
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GESU' NON ERA VEGETARIANO (INVECE HITLER SI)
Terrificante polemica perché ho confessato che mangio le rane (VIDEO: Porta a Porta contro i fasciovegani)
di Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari
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IL VOLTO OSCURO DELL'ECOLOGIA
Come i movimenti animalisti e vegetariani, vogliono estirpare la razza umana dalla faccia della terra
Fonte: Libertà e Persona
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DAT, LA LEGGE SULL'EUTANASIA
Prossimo incontro organizzato da Scienza & Vita
di Paolo Delprato - Fonte: Toscana Oggi, 11 febbraio 2018
Il 31 gennaio scorso è entrata in vigore la legge che ha istituito le DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento), lascito "postumo" (che ironia!) di una legislatura che si è caratterizzata per una produzione normativa senza precedenti in quanto ad accanimento contro la cellula fondamentale della società rappresentata dalla famiglia fondata sul matrimonio (cfr Papa Francesco, discorso del 27 febbraio 2017) e nel contemporaneo allargamento smodato dei "nuovi diritti" (divorzio ultraveloce, unioni civili e, per l'appunto le DAT). Singolare, proprio in riferimento alle DAT, come assieme alla creazione di un nuovo "diritto" (in questo caso quello alla morte volontaria) nella legge ora entrata in vigore, ne sia stato nel frattempo cancellato uno mai finora messo in discussione, quello all'obiezione di coscienza, strettamente collegato alla libertà del medico di perseguire in scienza e (appunto) coscienza la migliore strada per rispettare il giuramento di Ippocrate e, ovviamente, il bene per il paziente. È ancor più singolare (in realtà, tragico) constatare come questa sia stata la risposta implicita della politica nostrana alla ormai inarrestabile crisi demografica del nostro Paese; una risposta che, anche ipotizzando l'assenza di un tale nesso, è comunque portatrice di un chiaro e inequivocabile messaggio culturale individualista e nichilista. La legge sulle DAT quindi come esempio di "crinale" culturale, oltre che medico, che pone domande profonde, esistenziali, che non possono lasciare nessuno indifferente, non foss'altro per il fatto che hanno a che fare con quel momento supremo di fronte al quale alcuno può sottrarsi. Chi è il "padrone" della mia vita? Come conciliare il diritto/dovere alla mia cura con la mia libertà? Che ruolo hanno la mia famiglia, i miei affetti, la mia storia? Cos'è che dà dignità alla vita umana? Quale il dovere del medico? Sono solo alcune delle domande di tipo esistenziale che le DAT suscitano. Solo dopo arrivano le domande "tecniche" alle quali i media, come troppo spesso capita, non danno risposte giuste. Da qui la grande confusione tra eutanasia e accanimento terapeutico, tra suicidio assistito e cure palliative, insomma una gran pasticcio. Scienza & Vita prova a dare nella nostra diocesi un contributo libero e competente nell'incontro di venerdì 23 febbraio 2018 ore 21.00 a Staggia Senese che vedrà come relatore il prof. Tommaso Scandroglio, docente di etica e bioetica e chiaro divulgatore. Ha scritto diversi libri sulla legge naturale, sulla morale e sulla bioetica. Collabora con alcune testate scientifiche e divulgative, tra cui La Nuova Bussola Quotidiana. Ha scritto per l’inserto settimanale di bioetica "È Vita" di Avvenire. Un'occasione per capire meglio la materia ed allontanare il rischio di rassegnarsi ad una legge che non doveva essere approvata e che quindi ciascuno di noi è impegnato a fare il possibile perché sia abolita e, nel frattempo, non applicata.
Fonte: Toscana Oggi, 11 febbraio 2018
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I RADICALI GIOCANO SULLE PAROLE PER INGANNARCI
Sedazione profonda e eutanasia....parlare a vanvera non aiuta a chiarire e perpetua la cultura della morte
di Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/01/2018
Marina Ripa di Meana, come ogni attore consumato, è morta sul palcoscenico. TV e riviste erano state le tavole su cui aveva vissuto, e sul video ha recitato la sua ultima interpretazione. Ad attirare l'attenzione non è però lei, la protagonista, parce sepulto, non è la spalla, né la fotografia dove s'inquadra una Marina seduta sul divano con un semplice occhialino nasale per l'ossigeno. Quello che veramente colpisce è la sceneggiatura di questa rappresentazione per la quale non si può che dare riconoscimento all'abilità dell'autore. A Maria Antonietta Farina Coscioni "ho manifestato l'idea del suicidio assistito in Svizzera", dice la Ripa di Meana. "Lei mi ha detto che potevo percorrere la via italiana delle cure palliative con la sedazione profonda". Capolavoro, autentico capolavoro, reso ancora più tale dalle parole che seguono: "Io che ho viaggiato con la mente e con il corpo per tutta la mia vita, non sapevo, non conoscevo questa via. Ora so che non devo andare in Svizzera. Vorrei dirlo a quanti pensano che per liberarsi per sempre dal male si sia costretti ad andare in Svizzera, come io credevo di dover fare. È con Maria Antonietta Farina Coscioni che voglio lanciare questo messaggio, questo mio ultimo tratto: per dire che anche a casa propria, o in un ospedale, con un tumore, una persona deve sapere che può scegliere di tornare alla terra senza ulteriori e inutili sofferenze". Perché queste parole sono veramente notevoli? Perché esse sono un vertice di anfibolia. In effetti le parole citate possono essere usate sia per descrivere il vertice dell'arte medica, la sedazione palliativa, quel continuare ad assistere il paziente quando ogni speranza di guarigione è affidata solo al miracolo, sia per indicare la sua totale corruzione, la sedazione eutanasica. Due cose tra loro apparentemente simili, ma in realtà totalmente contrarie l'una all'altra, che credo valga la pena delineare meglio. La sedazione profonda è un termine non scientifico; in ambito medico si parla di sedazione palliativa. Si tratta di una procedura attuata in presenza di sintomi incoercibili, cioè non dominabili attraverso altri strumenti. Ne sono esempi il dolore, o la dispnea. Viene eseguita in genere attraverso la somministrazione di benzodiazepine, abitualmente midazolam, che, contrariamente a ciò che è ricercato con l'eutanasia, non inducono la morte, ma la sedazione. Con la sedazione palliativa si dominano i sintomi, arrendendosi al fatto che la morte sopraggiunga a causa della malattia. Dunque non è un mezzo uccisivo, né viene instaurato con intenzione uccisiva. Con la sedazione palliativa i sostegni vitali, come l'idratazione e la nutrizione del paziente, vengono mantenuti nella misura in cui essi continuano ad essere proporzionati (quasi sempre lo sono, anche se non assolutamente sempre). La sedazione palliativa è una procedura irreversibile, nel senso che non si risveglia il paziente (se lo si facesse il paziente patirebbe nuovamente i sintomi incoercibili per cui la sedazione è stata attuata, cosa illogica, crudele e contraria alla missione medica). Se il paziente prima di sedarlo è cosciente, dovrebbe essere interpellato circa eventuali obblighi religiosi o umani che in coscienza desidera adempiere. La sedazione eutanasica è una cosa totalmente differente. Essa consiste in una sedazione che precede la morte indotta del paziente o direttamente dai farmaci sedativi, o attraverso l'interruzione di sostegni vitali. Se si utilizza farmaci oppiacei a dosi tanto elevate da sopprimere l'attività dei centri del respiro, quello che si induce non è altro che un'overdose da oppiacei e dunque il paziente muore così come purtroppo talora muoiono gli eroinomani. Se ciò è commesso intenzionalmente siamo in presenza di un'eutanasia. In questo caso la sedazione è solo un passaggio intermedio prima della morte per asfissia. Dal punto di vista legale un tale comportamento configura il reato di omicidio, o di omicidio del consenziente. Se si effettua una sedazione palliativa (in assenza di sintomi refrattari), perché subito dopo s'interrompe la nutrizione e l'idratazione come fu fatto per la povera Eluana, o la ventilazione, come è avvenuto per Piergiorgio Welby, siamo in presenza di un atto parimenti eutanasico, dove l'eutanasia non è data dalla sedazione di per sé, ma dall'interruzione dei sostegni vitali, l'idratazione e la ventilazione, e dove la sedazione palliativa ha lo scopo di dominare i sintomi che insorgono dall'azione eutanasica: i sintomi da disidratazione, o la percezione del soffocamento. Dunque in questi casi la sedazione è palliativa di un atto eutanasico, s'inserisce in una procedura eutanasica e dunque per questo è una sedazione eutanasica. Ma questa seconda modalità è invece resa possibile dalla legge sul fine vita che il presidente dei senatori PD ha definito "una legge di civiltà", attraverso la clausola del consenso informato. È la consapevolezza che questa modalità eutanasica è divenuta legale, dunque esigibile come un diritto, che ha strappato le lacrime di gioia di quella consumata protagonista del fronte eutanasico - oltre che contraccettivo, abortivo, fecondativo - sorprendentemente elevata, non so se e con quale livello di infallibilità magisteriale, tra i grandi d'Italia. Non possiamo giudicare a quale delle due forme di sedazione Marina Ripa di Meana si riferisse, quel che si può dire è che l'autentica sedazione palliativa risponde a tutti i criteri dell'atto medico, essa è un atto moralmente lecito che in talune circostanze diventa doveroso. Ed il fatto che i radicali siano abili a giocare con le parole, non deve indurre le persone a pensare che sia sporco ciò che è pulito, né pulito ciò che è sporco. I radicali sanno bene che una volta assuefatti a questa forma di eutanasia, sarà per loro molto semplice convincere che l'iniezione letale all'olandese o il cocktail di barbiturici svizzero attuino con molta più rapidità quella morte che è ormai divenuta prassi consolidata. Quella della scelta è l'amo per gli allocchi, è il passaggio intermedio per bollire la rana, è la tappa in vista della meta: eliminare i malati cronici, costosi e improduttivi, è il rientro dolce neomalthusiano e pannelliano volto a trasformare le case private e gli ospizi in liete gaskammern.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/01/2018
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UNA LEGGE INGIUSTA VA RIGETTATA TOTALMENTE
L'ingiustizia di una legge non è soggettiva, per cui l'obiezione di coscienza non cambia la gravità della sua approvazione
di Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/01/2018
Dopo l'approvazione della legge cosiddetta sul fine vita, nel mondo cattolico si sono levate molte minacce di fare obiezione di coscienza ai punti in cui la legge apre all'eutanasia e sono emerse molte proteste perché la legge non ammette tale diritto all'obiezione di coscienza. Come illustrato dalla Nuova Bussola Quotidiana anche il Segretario di Stato Pietro Parolin ha detto che una carenza della legge è proprio la mancanza della tutela di questo diritto. Molte istituzioni sanitarie cattoliche hanno alzato la voce. Il Presidente del Forum nazionale che riunisce tutte le associazioni socio-sanitarie cattoliche Aldo Bova è stato chiaro: «Non lasceremo morire di sete e di fame nessuno». Il ministro della sanità Lorenzin ha detto che incontrerà i responsabili di queste associazioni. Sulla possibile soluzione politico-giuridica è in atto un confronto. Tutto ciò è noto, ma forse su alcune conseguenze della situazione non si è ancora riflettuto a dovere. I fatti ora ricordati rendono prima di tutto evidente che i parlamentari cattolici che hanno votato questa legge hanno sbagliato. Come pure hanno sbagliato le associazioni cattoliche, come l'Unione dei Giuristi Cattolici, che hanno consigliato i parlamentari di votare sì alla legge. Se infatti ora si minaccia di fare obiezione di coscienza e si protesta perché la legge non la permette, vuol dire che la legge era ed è da considerarsi ingiusta. Se la legge sulle DAT fosse giusta e votabile anche da un cattolico, non si capirebbe questa richiesta di poter fare obiezione di coscienza. In altri termini, l'affermazione del cardinale Segretario di Stato che lamenta la mancanza del riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza nel testo di legge contiene una condanna del testo stesso non solo su questo punto ma nella sua complessiva sostanza giuridica. Questi fatti ci ricordano poi anche che molti di coloro che ora minacciano l'obiezione di coscienza e che protestano perché la legge non la prevede, non si erano però granché visti in fase di discussione della legge a dire che essa era ingiusta e che andava combattuta. Coerenza avrebbe voluto che avessero parlato chiaro anche prima e avessero mobilitato l'opinione pubblica, indirizzato adeguatamente la valutazione dei credenti e spinto i parlamentari ad un diverso voto. Perché gridare "al lupo!" quando il lupo è già entrato nell'ovile? I fatti di cui stiamo parlando ci dicono infine una terza cosa ancora più importante. La richiesta dell'obiezione di coscienza in presenza di una legge ingiusta è corretta e doverosa. Nulla c'è quindi da rimproverare a chi oggi la sostiene, a parte quanto appena visto. Non deve però passare l'idea che una legge sia buona se permette l'obiezione di coscienza. Se una legge è ingiusta e, per esempio, ammette l'uccisione di una persona innocente, non sarà resa giusta dal fatto di concedere al medico o operatore sanitario di rifiutarsi di collaborare. Chi chiede ora l'obiezione di coscienza senza aver in precedenza lottato contro la sua approvazione fa pensare che a lui non interessi tanto che la legge sia giusta o ingiusta quanto che preveda la possibilità di obiettare. Così ognuno potrà comportarsi in coscienza: chi è a favore non obietta, chi è contro fa obiezione e così tutti sono contenti. In questo modo però si dimostra di fare riferimento ad un concetto di legge e di obiezione di coscienza alla legge che non sono quelli cattolici. La legge non è resa buona o cattiva dall'adesione o meno delle coscienze individuali. La legge è resa buona o cattiva dal fatto che rispetti o meno la legge morale naturale, ossia la struttura finalistica e normativa della realtà. Il diritto all'obiezione di coscienza, poi, non si fonda sul diritto ad avere una propria opinione e di attenersi ad essa per coerenza personale nel nostro agire concreto, ma sul dovere imprescindibile di non contraddire "la legge superiore degli Dei", come diceva Antigone, ossia un ordine oggettivo di verità che nessuna coscienza ha il diritto di contraddire. Si mostra piuttosto di fare riferimento alla visione liberale della coscienza, intesa non come l'adesione consapevole e prudenziale al vero e al bene, ma come l'espressione di una autodeterminazione individuale avente valore semplicemente per il fatto di essere voluta. La legge in questione si fonda sull'approvazione della coscienza dei parlamentari che l'hanno votata, cosa che non è garanzia di nulla, come se quei parlamentari avessero detto che a loro piace il gelato al pistacchio. Si fonda poi sull'approvazione delle coscienze dei cittadini e degli operatori sanitari che la accettano considerandola conforme alla loro opinione. Ed anche questo non assicura granché. Non vorrei si pensasse che si fonda anche su coloro che la accettano perché permette loro di fare obiezione di coscienza.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/01/2018
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ALZHEIMER E PARKINSON: INTERROTTE LE RICERCHE
Non è un caso che ormai sia sempre più diffusa l'eutanasia legale: il destino degli anziani malati è segnato
di Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/01/2018
Il mese scorso la Nuova BQ aveva segnalato ai propri lettori l'esistenza di un aumento della mortalità in Italia. Il sospetto che avanzavamo per spiegare questo fenomeno era un venir meno della qualità e della quantità di cure nei confronti dei soggetti più fragili: anziani, disabili, pazienti cronici. Arrivano ora preoccupanti segnali di conferma di questa ipotesi. E' notizia degli ultimi giorni che un gigante dell'industria farmaceutica mondiale, la multinazionale americana Pfizer, ha annunciato di voler rinunciare alla sperimentazione delle cure per il Morbo di Parkinson e per l'Alzheimer, due malattie gravemente invalidanti. In Italia i casi di demenza sono oltre un milione e di questi 600mila sono di Alzheimer. Nel mondo ogni tre secondi c'è un nuovo caso e questo tipo di demenza è diventato un grave problema sanitario, tanto che c'è chi afferma che questa patologia metta a rischio la sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali e la stessa società. Nella sola in Italia, che ricordiamo è il Paese più vecchio d'Europa, i costi socio-sanitari complessivi stimati ammontano a circa 6 miliardi di euro. Le proiezioni al 2051 indicano infatti che in Italia ci saranno 280 anziani ogni 100 giovani. Dunque ci sarebbe molto da fare, in termini di prevenzione, e in termini di ricerca. Eppure un gigante come Pfizer si tira indietro. Una azienda che fattura annualmente miliardi di dollari, una gran parte dei quali è giunta negli anni scorsi dal Viagra, il ben noto farmaco per la disfunzione erettile che è stato (ed è ancora) una pentola dell'oro inesauribile al servizio del consumismo sessuale, dall'adolescenza all'età senile. La Pfizer vanta un portafoglio prodotti che comprende più di 600 molecole, vanta la più grande organizzazione di ricerca e sviluppo dell'industria farmaceutica grazie alla sua divisione Pfizer Global Research and Development, ed è in grande salute. Il problema è che le risorse in precedenza destinate alle ricerche sulle patologie neurodegenerative vengono dirottate in aree in cui ha già raggiunto una forte leadership scientifica e un grande impatto mediatico, ovvero i vaccini. La multinazionale produce vari vaccini, tra cui quelli contro le Meningiti - in Italia da un anno in gran voga - e il Pneumococco, causa di infezioni delle vie respiratorie. Patologie importanti, senza dubbio, ma se le malattie neurologiche sono il vero incubo finanziario e sanitario dell'Occidente, perché vengono stabilite queste priorità di impegno? Forse perché le malattie neurodegenerative sono – guarda caso - patologie senili, patologie invalidanti, che vanno ad inficiare la cosiddetta "qualità della vita". E a questi problemi c'è una soluzione facile: l'eutanasia. Sono le malattie sulle quali la cultura eutanasica moderna si sta concentrando. La stessa recente legge votata dal Parlamento italiano sulle DAT va in questa direzione: creare le condizioni, e soprattutto una mentalità favorevole all'eliminazione di vite ritenute indegne di essere vissute. Ora, è evidente che la Pfizer non ha ragionato così, e che la resa non è totale, tanto che si può leggere nel corporate statement sull'argomento della multinazionale americana che "la neuroscienza è un'area di enorme bisogno insoddisfatto per i pazienti e intendiamo creare un fondo di venture capital dedicato per sostenere gli sforzi continui di avanzamento sul campo», tuttavia è un fatto che, almeno a livello di cultura e di sentire comune, la percezione preoccupata è le che aziende farmaceutiche, per non dire le istituzioni pubbliche o i centri di ricerca universitari, non facciano tutto quello che sarebbe scientificamente possibile e socialmente e umanamente necessario e doveroso. In parole povere: che cosa stiamo a studiare queste malattie da vecchi se possiamo ricorrere all'eutanasia? Ci sono vari modi per condizionare la ricerca scientifica non sulla base dei bisogni dell'uomo, ma sulla base di determinate visioni ideologiche, e sulla base dei bisogni creati artificialmente dalla società. Esiste un precedente preoccupante: la rinuncia a studiare l'infertilità, visto che comunque c'è la procreazione assistita, una pratica - tra l'altro - estremamente lucrosa. Certe ideologie, e certe leggi dello Stato, riescono a creare una mentalità, magari ben nascosta e camuffata sotto l'idea di libertà individuale, che porta sempre più ad una cultura della morte.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/01/2018
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OMOFOBIA GENDER CANNABIS
Non c'è bisogno di leggere i programmi dei partiti per prevedere i temi caldi della prossima legislatura
di Marco Guerra - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30/12/2017
La diciassettesima legislatura si è chiusa con la bagarre interna alla sinistra sulla mancata approvazione dello Ius Soli. Qualunque sia il giudizio in merito al provvedimento, è un dato di fatto che in tema di welfare, sanità e istruzione i figli degli immigrati attualmente già godono di tutte le garanzie previste per gli italiani, va inoltre tenuto in considerazione che, anche con l'attuale legge sulla cittadinanza, l'Italia è il Paese d'Europa che negli ultimi anni ha rilasciato il maggior numero di "passaporti". Le acquisizioni di cittadinanza hanno infatti conosciuto un vero e proprio boom, passando dalle 66mila nel 2010 alle 178mila nel 2015, fino al record dei 205mila "nuovi italiani" nel 2016. Inoltre, vale la pena ricordare che a dirigere su un binario morto lo Ius Soli è stato il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, il quale ha giudicato più conveniente anteporre l'approvazione del biotestamento, allo scopo di poter poi sventolare uno storico cavallo di battaglia della sinistra in campagna elettorale. L'introduzione dell'eutanasia per fame e per sete, al pari del divorzio breve e delle unioni civili, in questi giorni è additata dai membri dell'esecutivo e della maggioranza che ha sostenuto i governi Renzi-Gentiloni come uno dei successi di questa legislatura. In effetti, mai come in questi cinque anni si è attentato ai princìpi fondamentali del buon senso comune manipolando la famiglia naturale descritta nell'articolo 29 della Costituzione e redendo disponibile la vita umana. Eppure il progetto di definitivo mutamento antropologico della società italiana è stato compiuto solo parzialmente, almeno rispetto agli intenti dichiarati dai fronti parlamentari più progressisti, che nelle due camere hanno sempre garantito maggioranze trasversali per l'approvazione dei suddetti provvedimenti. Restano così impantanate tra commissioni e passaggi in aula leggi liberticide e ideologiche come la Scalfarotto sull'omofobia, il testo unico sul gender nelle scuole, la liberalizzazione delle droghe leggere, la scelta del cognome, il divorzio lampo (versione ancora più accelerata di quello breve approvato nel 2015). Poi ci sono le misure che non hanno mai preso la forma di un disegno di legge, pur essendo state portante al centro del dibattito politico e indicate come imprescindibili punti del programma, da parte di alcuni noti esponenti del Pd. Parliamo della riforma delle adozioni su cui ha più volte discettato il sottosegretario Maria Elena Boschi, con delega in materia di pari opportunità e di adozioni internazionali; e del matrimonio egualitario e della regolamentazione della maternità surrogata, agognati da Monica Cirinna e Sergio Lo Giudice. Ma andiamo per ordine. Dopo l'approvazione alla Camera con una larga maggioranza, la Scalfarotto è stata bloccata in commissione giustizia al senato anche grazie all'ostruzionismo portato avanti da alcuni senatori, primo fra tutti l'esponente di Idea Carlo Giovanardi. Ma anche i cosiddetti centristi della maggioranza non hanno voluto premere l'acceleratore su una legge che punisce penalmente i reati di opinione e che avrebbe messo a repentaglio l'agibilità politica di molti gruppi pro family. Posto che ogni atto di discriminazione va punito severamente con le leggi vigenti, dobbiamo ricordare che bastava rivolgersi all'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) del gruppo interforze della Polizia di Stato e dei Carabinieri per scoprire che non solo i reati di matrice discriminatoria in ambito dell'orientamento sessuale sono appena poche decine di unità ogni anno ma che sono anche in netto calo rispetto agli anni precedenti. Sul finire della legislatura, in Commissione cultura della Camera, era poi partito l'esame del testo unico sull'educazione di genere. Il ddl non è mai arrivato in aula, ma nel frattempo il Ministero ha approvato le linee guida del comma 16 della riforma della scuola, per la promozione dell'educazione alla parità tra i sessi e la prevenzione della violenza di genere. Nel nuovo testo presentato lo scorso ottobre dal ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, i riferimenti al genere vanno intesi nell'ambito della differenza sessuale tra maschile e femminile. Un buon compromesso ottenuto solo tramite le pressioni esercitate dal Family day. Ferma in commissione anche la legge sul cognome che introduceva la possibilità di scegliere quello della madre del padre o di entrambi i genitori e, caso di disaccordo, stabiliva una procedura per ordine alfabetico. Una misura inutile e ideologica visto che anche ora è possibile acquisire il cognome materno. E ancora, la legge che disciplina l'uso terapeutico della cannabis è stata "depotenziata" con l'eliminazione di tutta la parte riguardante legalizzazione dell'uso a scopo ricreativo, che prevedeva anche punti vendita e possibilità di coltivazione. Nulla di fatto anche per il divorzio lampo, provvedimento che avrebbe portato alla completa eliminazione della fase della separazione, offrendo la paradossale possibilità di divorziare a pochi giorni dal matrimonio. Ora, fatte le debite valutazioni su una legge elettorale che probabilmente non darà una maggioranza schiacciante a nessuno degli schieramenti in campo, bisogna chiedersi quali forze politiche e quali parlamentari si batteranno affinché queste proposte di legge non saranno riproposte, con qualche piccolo ritocco, anche nella prossima legislatura. L'argine a queste misure, è inutile non riconoscerlo, è stato rappresentato solo dai parlamentari di un variopinto centro destra che, tuttavia, al suo interno presenta anche componenti sensibili alle istanze più liberal, soprattutto in Forza Italia. Insomma, non si può escludere del tutto che eventuali governi di scopo, sostenuti anche dalle sedicenti componenti moderate, tornino a legiferare anche sui temi antropologici. Per questo sarà più che mai necessaria una base sociale vigile e un elettorato selettivo, che facciano sentire la loro voce fin dai primi scampoli della campagna elettorale.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30/12/2017
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LA SANTA SEDE PREMIA UN'ABORTISTA PRO-LGBT
Un'attivista anticattolica ha ricevuto l'onorificenza dell'Ordine Pontificio di San Gregorio Magno (no, purtroppo NON è una fake news!)
di Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender, 13/01/2018
Fonte: Osservatorio Gender, 13/01/2018
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GESU' NON ERA VEGETARIANO (INVECE HITLER SI)
Terrificante polemica perché ho confessato che mangio le rane (VIDEO: Porta a Porta contro i fasciovegani)
di Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari, 14/03/2017
Fonte: Blog di Silvana De Mari, 14/03/2017
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IL VOLTO OSCURO DELL'ECOLOGIA
Come i movimenti animalisti e vegetariani, vogliono estirpare la razza umana dalla faccia della terra
Fonte Libertà e Persona, 16/09/2017
Fonte: Libertà e Persona, 16/09/2017
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