Amici del Timone n�56 del 01 giugno 2016
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DONNE NON CREDETE ALLA BUGIA CHE L'ETÀ NON CONTA PER ESSERE MADRI
Esiste un orologio biologico, e la cultura che rimanda la maternità nasconde un grande inganno, per le donne e per la società
di Carlo Bellieni - Fonte: Il sussidiario
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LA CONVIVENZA PREMATRIMONIALE FA MALE ANCHE SECONDO GLI ULTIMI STUDI
La Chiesa non mostra una strada moralista per il gusto di farlo: le leggi di Dio sono fatte per il bene dell'uomo
Fonte: UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali)
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SE SI ACCETTA L'ABORTO PER I COSIDDETTI CASI LIMITE (CHE NON CI SONO) ALLA FINE NON VALGONO PIU' NULLA NEMMENO I FIGLI DESIDERATI: TUTTI UGUALMENTE COSE
Questo risultato di tanti anni di promozione della cultura della morte è evidente nella penosa vicenda degli aborti forzati in Calabria
di Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LA STORIA DEL FUTURO SENZA FUTURO DEGLI EMBRIONI CONGELATI
Ecco perché la fecondazione artificiale è sempre sbagliata
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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NELLA GRAVIDANZA MADRE E FIGLIO COMINCIANO UN RAPPORTO D'AMORE CHE NON SI CANCELLA
La scienza sì, che viene in aiuto a vedere la realtà naturale della maternità
di Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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ANTINORI UN TEMPO OSANNATO PIONIERE DELLA FECONDAZIONE ASSISTITA RIVELA IL SUO VERO VOLTO DI PROFITTATORE
In manette il noto ginecologo
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL DIRETTORE DEL CERN DI GINEVRA CREDE IN DIO: QUESTO CONFERMA CHE SCIENZA E FEDE SONO COMPATIBILI!
L'italiana Fabiola Gianotti è direttore generale del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, avendo contribuito alla scoperta del bosone di Higgs (la ''particella di Dio'')
Fonte: UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali)
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CEREBROLESO = RITARDATO MENTALE? FALSO! NESSUN RAPPORTO FRA LESIONE CEREBRALE E INTELLIGENZA
I cerebrolesi hanno difficoltà a esprimersi, ma spesso hanno una perfetta comprensione delle cose... Ritenerli stupidi crea in loro una grande frustrazione (VIDEO: Il potenziale umano)
di Antonio Socci - Fonte: Libero
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SEMPRE PIU' BAMBINI COSTRETTI A CAMBIARE SESSO
Il documento dei pediatri americani in otto punti è un accorato appello a respingere l'ideologia gender
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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L'ITALIA DI FRONTE ALLA IRRESISTIBILE AVANZATA DELL'UTERO IN AFFITTO
Assolti i due coniugi che erano ricorsi all'utero in affitto in Ucraina e così saltano ancora i ''paletti'' della legge 40
Fonte: Comitato Verità e Vita
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LE DIFFERENZE E LA COMPLEMENTARIETA' TRA IL CERVELLO MASCHILE E QUELLO FEMMINILE: LE DONNE SONO INTUITIVE E MULTITASKING, GLI UOMINI LOGICI E RAZIONALI
Invece Darwin, visto che il cervello maschile è più grande, sosteneva che la donna è inferiore all'uomo
di Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona
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NON ESISTE MORALE QUANDO SI OSANNA LA LIBERTA' AD OGNI COSTO: ANTONORI COMPRAVA (E RUBAVA) OVULI
Anche Repubblica che in genere osanna le pratiche di fecondazione non può tacere lo scandalo
di Tiziana De Giorgio - Fonte: La Repubblica
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DONNE NON CREDETE ALLA BUGIA CHE L'ETÀ NON CONTA PER ESSERE MADRI
Esiste un orologio biologico, e la cultura che rimanda la maternità nasconde un grande inganno, per le donne e per la società
di Carlo Bellieni - Fonte: Il sussidiario, 22/12/2015
Non sono certo il solo ad essere rimasto colpito e inquietato dal titolo dell'articolo di Gioia in edicola oggi. Il titolo è: "A 40 anni mi regalo un bambino". Perché… semplicemente perché un bambino non è un regalo, perché i regali sono orologi, cioccolatini, baci, ma non "un bambino": inquietante associazione, che fa il paio con l'altro inquietante tema del servizio, cioè l'uso della donna "a distanza" o "surrogata", per portare a termine una gravidanza, dato che decenni di battaglie femminili hanno portato fortunatamente a capire che come un bambino non è un regalo, anche la donna non è un quid da usare (sia pure volontariamente, sia pure a pagamento). Ci inquieta anche altro. Cioè che nel testo, a parte la messa in guardia a non fare "figli riparativi" cioè per frustrazione, non c'è la dovuta messa in guardia che qualunque manuale di fisiologia o di ostetricia fa, cioè che fare i figli oltre una certa età è pericoloso. Certo, pensare che il figlio della donna quaranta-e-qualcosa-enne è un regalo che la donna si fa, non aiuta a pensare ai pericoli che corre. D'altra parte è possibile che un regalo ti faccia correre dei rischi? Invece i rischi ci sono; per conoscerli invitiamo a leggere le riviste scientifiche, o i siti delle associazioni mediche ginecologiche. La rivista Fertility e Sterility di maggio riporta i rischi ben noti sia per la donna che per il bambino di nascere da una donna quarantenne e oltre, e non sono rischi da poco: prematurità, morte fetale, malformazioni, gemellarità con i rischi che questa comporta, gravidanza ectopica. Gli studiosi autori dell'articolo spiegano che sui mass-media la metà degli articoli che parlano delle gravidanze quarantenni si focalizzano sulle vip; e "eventi negativi, compresa la sterilità e la morte fetale sono raramente menzionati. Il rovescio della medaglia è altrettanto disturbante: che maternità giovani e carriera appaiono incompatibili; la maternità viene descritta come per forza legata ad assenza dal lavoro, ridotta produttività e ostacolo alla carriera". Anche la rivista Sexual Reproductivity and Healthcare di giugno, organo dell'associazione delle ostetriche svedesi, mette in guardia dalla banalizzazione che i mass-media fanno delle gravidanze in età avanzata, in un articolo in cui leggiamo: "Le maternità rimandate nel tempo sono descritte positivamente, dato che facilitano il conformismo con le ideologie dominanti a proposito della maternità". Nell'articolo di Gioia, sicuramente scritto con tutti i migliori scopi, leggiamo che "a 40 anni molte donne si sentono ragazze", o "la percezione della vita fertile come una endless season"; purtroppo (ma direi anche, ovviamente) quello che percepiamo nei nostri sogni non è quello che percepisce il nostro corpo con i suoi ritmi e i suoi ormoni, con le sue ovaie che ad un certo punto devono tirare il fiato e con un orologio biologico che non si resetta a piacere. La differenza tra quello che sentiamo e quello che siamo talvolta c'è, volenti o nolenti. E i rischi ci sono a non rendersene conto; se non altro il fatto che l'età fa diminuire la fertilità, i figli non vengono a quarant'anni come venivano a venticinque (e comunque non sono una cosa che noi ci regaliamo). Interessante è leggere su Io Donna del 19 dicembre un servizio sullo stesso tema, in cui si parla di un libro di Francesca Fornario in cui "l'Italia della maternità negata è un Paese in cui i giovani desiderosi di diventare madri e padri si ritrovano braccati alla stregua di criminali", in cui a vent'anni i figli non si fanno ancora e a quaranta i figli non vengono più. Lo vediamo tutti, la società occidentale è strutturata come se un decennio fosse messo in naftalina, congelato, freezerato, il decennio tra i venti e i trenta anni, il decennio della massima attività mentale, delle massime energie, quello in cui sarebbe più facile far figli, creare grandi opere, e invece la pubblicità ci invita a rimandare e il mondo del lavoro ci obbliga a rimandare; e non è un bene, non è libera scelta (se non raramente), non è salutare. Anche perché, rimandando, succede un fatto nuovo nella storia del mondo: ogni 100 anni le generazioni non si rinnovano più cinque volte come è sempre stato, ma solo tre, con conseguente alto tasso di sterilità per i singoli e gerontocrazia per la società. E' l'effetto goccia di miele: la società — da coesa che era — come il miele diventa fluida, si sfilaccia si allunga sotto la forza della gravità, fino a staccarsi e crollare.
Fonte: Il sussidiario, 22/12/2015
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LA CONVIVENZA PREMATRIMONIALE FA MALE ANCHE SECONDO GLI ULTIMI STUDI
La Chiesa non mostra una strada moralista per il gusto di farlo: le leggi di Dio sono fatte per il bene dell'uomo
Fonte UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali), 04/05/2016
Più volte Papa Francesco si è soffermato sul matrimonio e sui fattori che cooperano alla crisi della sua istituzione: «Sono nuove forme, totalmente distruttive e limitative della grandezza dell'amore del matrimonio. Ci sono tante convivenze e separazioni e divorzi», ha spiegato nell'ottobre scorso. La cultura dello scarto, di cui spesso parla, coinvolge anche la famiglia la quale «è non di rado fatta oggetto di scarto, a causa di una sempre più diffusa cultura individualista ed egoista che rescinde i legami e tende a favorire il drammatico fenomeno della denatalità, nonché di legislazioni che privilegiano diverse forme di convivenza piuttosto che sostenere adeguatamente la famiglia per il bene di tutta la società», ha avvisato nel gennaio 2015. La convivenza è per ben due volte citata dal Papa come una forma limitativa dell'amore tra due persone, non è certo un giudizio che raccoglierà molti applausi: su molti quotidiani sono comparse inchieste sulla fine del matrimonio a discapito delle convivenze (dove oltretutto si spiega che è un problema di «incertezza esistenziale»). Francesco parla giustamente di «diverse forme di convivenza», le principali sono quella tra giovani fidanzati (che hanno poi magari l'intenzione di sposarsi in futuro) e quella tra adulti che invece non hanno intenzione di sposarsi. Oggi ci concentriamo sulla prima forma di convivenza, quella definita prematrimoniale: perché la Chiesa invita a rivedere questa scelta? Lo ha ben spiegato il teologo padre Angelo Bellon: «il motivo principale per cui la convivenza prematrimoniale è sbagliata viene dal fatto che poggia sull'esperienza sessuale, che in se stessa è falsata prima del matrimonio. Ma è proprio l'esperienza sessuale non vissuta secondo Dio che è all'origine dell'insicurezza. Infatti non vi è un vero donarsi. Nei rapporti prematrimoniali e nella convivenza prematrimoniale ci si dona "limitatamente". Vi è anche un altro fatto: i due, consegnandosi in fretta prima del tempo e in maniera sbagliata, non mettono le loro risorse nel costruire il vero edificio che rende sicuro il loro matrimonio. Parlo dell'edificio spirituale, fatto di condivisione di esperienza di fede e di vita, l'unico all'interno del quale si trova la vera sintonia, quella che fa amare l'altro perdutamente perché lo si sente proprio come la metà di se stesso». Il giudizio di padre Angelo è chiaro e netto, come sempre, oltretutto trova conferma nelle indagini sociologiche. Si è scoperto, infatti, che «i coniugi che convivevano prima del matrimonio hanno dimostrato comportamenti più negativi e meno positivi di problem solving e di supporto reciproco rispetto ai coniugi che non convivevano prima di sposarsi». Un altro studio ha concluso: «le coppie che convivevano prima del matrimonio hanno riferito una qualità inferiore e un impegno minore nel loro matrimonio, una visione più individualistica (solo le mogli), e una maggiore probabilità di divorzio rispetto alle coppie che non convivevano». Una ricerca sul Journal of Family Issues ha rilevato: «L'idea che la convivenza migliora la selezione del partner e le formazione coniugale dev'essere respinta. La convivenza è negativamente correlata all'interazione coniugale e positivamente correlata al disaccordo coniugale, predisposizione per il divorzio e per la probabilità di divorzio». Sono le donne, in particolare, a percepire ripercussioni più gravi: in Svezia i ricercatori hanno concluso: «i nostri risultati indicano che le donne che sono coinvolte in rapporti prematrimoniali hanno tassi di dissoluzione coniugale quasi dell'80% più elevati rispetto a coloro che non convivono». Lo stesso è stato verificato negli Stati Uniti: «abbiamo scoperto che la convivenza negli Stati Uniti è associata ad un maggior rischio di scioglimento». Su Demography è spiegato: «I risultati sono in linea con le ipotesi precedenti che suggeriscono che la convivenza è selettive di uomini e donne che sono meno impegnati nel loro matrimonio e più inclini al divorzio. I risultati sono in linea anche con la conclusione che le esperienze di convivenza aumentano significativamente l'accettazione del divorzio dei giovani». Sul Journal of Family Psychology è stato invece rilevato che «la continenza sessuale prima del matrimonio è stata associata con migliori risultati di relazione». Proprio recentemente una ricerca ha mostrato che le «coppie che vivono insieme prima del matrimonio hanno meno probabilità di sposarsi» in seguito. Qualche mese fa anche Papa Francesco ha parlato del periodo del fidanzamento, confermando: «Dovremo forse impegnarci di più su questo punto, perché le nostre "coordinate sentimentali" sono andate un po' in confusione. Chi pretende di volere tutto e subito, poi cede anche su tutto – e subito – alla prima difficoltà (o alla prima occasione). Non c'è speranza per la fiducia e la fedeltà del dono di sé, se prevale l'abitudine a consumare l'amore come una specie di "integratore" del benessere psico-fisico. Il fidanzamento è un percorso di vita che deve maturare come la frutta, è una strada di maturazione nell'amore, fino al momento che diventa matrimonio. Aspettare quel momento; è un momento, è un percorso che va lentamente avanti, ma è un percorso di maturazione. Le tappe del cammino non devono essere bruciate. La maturazione si fa così, passo a passo».
Fonte: UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali), 04/05/2016
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SE SI ACCETTA L'ABORTO PER I COSIDDETTI CASI LIMITE (CHE NON CI SONO) ALLA FINE NON VALGONO PIU' NULLA NEMMENO I FIGLI DESIDERATI: TUTTI UGUALMENTE COSE
Questo risultato di tanti anni di promozione della cultura della morte è evidente nella penosa vicenda degli aborti forzati in Calabria
di Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22/04/2016
Neonati abortiti all'insaputa dei genitori. Cartelle cliniche falsate. Assoluta indifferenza e freddezza da parte dei medici aguzzini, di cui quattro arrestati e sette sospesi. Un caso impossibile da censurare, emerso fatalmente dalle intercettazioni avviate all'interno di un'indagine sulla ndrangheta calabrese. Finora, però, chi ne ha parlato lo ha fatto liquidando la notizia come un episodio di malasanità: dal sito di Repubblica, che ieri mattina titolava "Errori medici con referti falsi", al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha richiamato alla verifica delle «anomalie», fino alla guardia di finanza che ha ridotto la vicenda a «una bruttissima storia». Ma i toni dei media, pur indignati, sono fuorvianti e impediscono di fissare l'attenzione su particolari essenziali a comprendere le cause di un fatto che, legato ad altri capitati di recente, non può che interrogare tutto il mondo della sanità. E non solo quello calabrese. Innanzitutto non uno o due, non tre o quattro, non cinque, ma tutti e undici i medici e gli operatori sanitari del reparto di ginecologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria sono coinvolti o comunque hanno accettato che avvenisse quanto descritto nelle telefonate fra primari e vice, provando la mentalità nichilista diffusa: «Eh niente gli è morto un bambino», ha affermato uno degli indagati. «Il bambino è vivo ma qui l'utero si è staccato», spiegava un altro. E, sottolineando che un padre non voleva l'aborto del figlio, emergeva la volontà di procedere comunque: «Perché lo dobbiamo ammazzare». Frasi che non possono che stridere ancor più se accostate a quelle del ministro, che si è limitato a dire che in Calabria «c'è molto lavoro da fare» e che «dobbiamo lavorare sulla maggiore capacità di segnalazione delle anomalie da parte delle direzioni sanitarie». A questo punto bisognerebbe chiedere a Lorenzin se è un problema di comunicazione anche quello scoppiato all'interno dell'ospedale di Piombino, dove tredici pazienti sono stati uccisi con dosi eccessive di eparina dal personale medico e nell'omertà generale del reparto di anestesia e rianimazione. Ma si sa che in caso di risposta negativa quello di Reggio non potrebbe più essere archiviato come un episodio di malasanità, ma di aborti forzati e di disprezzo generale per la vita, mentre quello di Piombino come uno di eutanasia massiccia. A questo punto, però, bisognerebbe porre un'altra domanda: come mai stracciarsi le vesti quando l'omicidio di un neonato è permesso per legge e il cosiddetto diritto alla morte procurata sembra diventato il nuovo mantra del progresso? Si potrebbe sviare anche da questo interrogativo, sostenendo che un conto è l'aborto consenziente, un altro è quello forzato e che non si possano mettere sullo stesso piano l'eutanasia attiva e quella passiva. Ma rimarrebbe un terzo quesito. Perché scandalizzarsi se la legge sull'aborto e la spinta per la legalizzazione dell'eutanasia stabiliscono che il diritto di scelta dell'adulto sia superiore a quello di vivere di un innocente o di un malato indifesi? Come e dove porre un limite? I quesiti radicali quasi sempre censurati sono inevitabilmente emersi anche negli Stati Uniti, all'interno dell'indagine del Center for Medical Progress sulla vendita di organi da parte dei vertici del colosso abortista Planned Parenthood. L'inchiesta, condotta in diverse cliniche del paese, ha sfatato il mito delle falle isolate di pochi medici incriminati operanti nell'illegalità, dimostrando che fatti come questi sono solo gli estremi dell'aborto praticato legalmente ogni mattina negli ospedali di mezzo mondo. Infatti, se il sistema sanitario non gira più intorno alla lotta per la difesa del dono misterioso di ogni vita, ma si sottomette alla volontà del più forte, che differenza fa quando a morire sono uno o più innocenti, più o meno legalmente? Il divario fra uno o milioni di aborti secondo le norme o al di fuori delle regole (utili solo a fare dei distinguo lasciando tranquille le coscienze di chi li pratica tutti i gironi) è puramente quantitativo-qualitativo. Ma la sostanza non cambia, perché si tratta in ogni caso di omicidio. Se non si arriva fino a qui alle cronache indignate per il caso di Reggio Calabria e di Piombino, si sostituiranno nuovamente i commenti ostili contro un'Italia retrograda che difende ancora l'obiezione di coscienza.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22/04/2016
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LA STORIA DEL FUTURO SENZA FUTURO DEGLI EMBRIONI CONGELATI
Ecco perché la fecondazione artificiale è sempre sbagliata
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/05/2016
Una coppia nel 2003 fa ricorso alla fecondazione artificiale per avere un figlio. Vengono prodotti dieci embrioni, tre dei quali vengono impiantati mentre i rimanenti sette finiscono crioconservati. Nel novembre del 2015 la coppia aveva chiesto al centro a cui si erano rivolti di «cessare la crioconservazione esigendone la riconsegna». In altri termini la richiesta era volta alla loro distruzione. Il centro per la fertilità aveva risposto loro che, secondo quanto stabilito dalla legge 40 del 2004, non potevano procedere alla loro distruzione. I due però non si arrendono e si rivolgono al Tribunale di Roma. Questo rigetta la richiesta. Il giudice, infatti, richiama la sentenza della Corte Costituzionale n. 151 del 2009 laddove, prevedendo il superamento del limite di tre embrioni per ogni ciclo, approntava «una particolare tutela prevedendo l'obbligo della conservazione con la tecnica del congelamento, fino a quando (gli embrioni) non vengano utilizzati per il loro successivo impianto in un ulteriore ciclo di procreazione medicalmente assistita, ovvero vengano dichiarati in stato di abbandono, secondo quanto disciplinato dal Dm della Salute del 4 agosto 2014». Quindi, il destino degli embrioni crioconservati in punta di diritto può essere duplice: uno scongelamento a cui segue l'impianto da parte della madre biologica o, così c'è da supporre, da parte di terzi richiedenti – dato che la Corte Costituzionale ha aperto le porte anche all'eterologa – oppure la dichiarazione in stato di abbandono. Questa dichiarazione fa seguito a quella, eventuale, da parte della coppia che esplicita la volontà di non voler più ricevere gli embrioni crioconservati. In tal caso, spiega il giudice, si attiva la «speciale procedura che ne prevede il trasferimento dal Centro di procreazione medicalmente assistita alla Biobanca nazionale». Dunque, la distruzione non solo non è contemplata dalla disciplina vigente, ma viene addirittura sanzionata con «la previsione della pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da 50mila a 150mila euro». Un paio di considerazioni. Evidentemente alla coppia ricorrente non piaceva l'idea che alcuni loro figli fossero ancora vivi da qualche parte in azoto liquido. Meglio morti che vivi in un freezer. É uno dei paradossi che ha introdotto la fecondazione artificiale: si intuisce o forse addirittura si comprende appieno che quegli embrioni sono propri figli e che vivono in una condizione non degna della loro umanità, e dunque si decide per la loro soppressione, scelta eticamente peggiore rispetto a quella, sempre eticamente censurabile e assai grave, di lasciarli crioconservarti. Ucciderli è il tentativo di uccidere il pensiero assai fastidioso che i figli vanno educati a casa propria e non lasciati nel gelo mortale di una clinica per la fertilità. In merito, invece, alla sentenza, questa in un certo qual modo mette in evidenza che la crioconservazione è un vicolo cieco da cui è umanamente impossibile uscire, così come la Chiesa da tempo insegna. La Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1987 aveva pubblicato il documento Donum vitae - Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione in cui a chiare lettere si affermava che «lo stesso congelamento degli embrioni, anche se attuano per garantire una conservazione in vita dell'embrione — crioconservazione— costituisce un'offesa al rispetto dovuto agli esseri umani. […] Queste manipolazioni sono contrarie alla dignità personale dell'essere umano, alla sua integrità e alla sua identità. Non possono quindi in alcun modo essere giustificate in vista di eventuali conseguenze benefiche per l'umanità futura» (Parte I, n. 6). Nel 2008, la Congregazione per la Dottrina della Fede nell'istruzione Dignitas personae tornava sul tema: «Occorre costatare, in definitiva, che le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile». Perciò Giovanni Paolo II lanciò un «appello alla coscienza dei responsabili del mondo scientifico e in modo particolare ai medici perché venga fermata la produzione di embrioni umani, tenendo conto che non si intravede una via d'uscita moralmente lecita per il destino umano delle migliaia e migliaia di embrioni "congelati", i quali sono e restano pur sempre titolari dei diritti essenziali e quindi da tutelare giuridicamente come persone umane» (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Simposio su Evangelium vitae e diritto e all'XI Colloquio internazionale romanistico canonistico, 24 maggio 1996)». (n. 19) E dunque il fatto che il Tribunale abbia vietato la distruzione degli embrioni alla fine non è proprio da considerarsi una vittoria tonda tonda per il mondo pro-life. Ricorda semmai che il problema vero sta a monte e che, per evitare simili corto circuiti etici, occorrerebbe vietare in toto la fecondazione artificiale.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/05/2016
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NELLA GRAVIDANZA MADRE E FIGLIO COMINCIANO UN RAPPORTO D'AMORE CHE NON SI CANCELLA
La scienza sì, che viene in aiuto a vedere la realtà naturale della maternità
di Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/05/2016
Due recenti ricerche scientifiche pubblicate su Nature e Cell Biology sono balzate agli onori della cronaca perché per la prima volta è stato riprodotto in vitro l'annidamento dell'embrione in utero riuscendo a coltivarlo per 13 giorni. "Nessuno – ha riportato il Corriere – era riuscito a coltivare degli embrioni per più di nove giorni. Ora, due studi, uno americano e uno inglese, hanno dimostrato che è possibile spingersi fino al tredicesimo giorno e probabilmente anche oltre, fornendo agli embrioni il giusto ambiente chimico e una matrice adatta a cui attaccarsi". Il riferimento a quell' "oltre" è al limite di 14 giorni imposto dalla Comunità Scientifica per le sperimentazioni sugli embrioni (che in Italia sono vietate). L'articolo ha così "virato" sulla portata "rivoluzionaria" dello studio fino a mettere in discussione il limite invalicabile dei 14 giorni, spingendosi dunque oltre nell'attività di sperimentazione. A sostegno di questa necessità lo studio dimostrerebbe che all'interno di questi 13 giorni in cui è avvenuta l'osservazione "gli embrioni sono capaci di autorganizzarsi seguendo un piano di sviluppo ordinato in assenza di segnali esterni e che quindi il dialogo con il corpo materno non è ancora necessario". Una conclusione che apre il campo a congetture e strumentalizzazioni circa lo status dell'embrione, che, secondo questi studi non avrebbero bisogno dunque del dialogo con la madre per svilupparsi. Un tema esplosivo. Ma è davvero così? Davvero l'embrione non dialoga con la madre nei primissimi giorni di vita? La Nuova Bq l'ha chiesto al ginecologo e professore universitario Giuseppe Noia. Professore, che cosa pensa della tesi secondo cui nei 13 giorni iniziali l'embrione non dialoga con il corpo della madre? E' una tesi sbagliata e antiscientifica. Ma prima mi permetta di fare una premessa. Prego. L'essere umano non può essere mai utilizzato come cavia, neppure in funzione di un eventuale aumento di conoscenza. Dico questo confortato dal fatto che la scienza è arrivata a dimostrare in maniera non invasiva ciò che la sperimentazione si prefiggeva. Ad esempio? Per studiare la motricità degli embrioni e per capire quali muscoli venissero organizzati dal sistema centrale, 50 anni fa si facevano esperimenti sugli embrioni, ma dopo 15 anni per avere quelle stesse conoscenze, ma in maniera incruenta, si arrivò all'ecografia. Dunque la sperimentazione oltre ad essere eticamente inaccettabile non serve dal punto di vista scientifico. E per quanto riguarda l'assenza di dialogo con la madre? Nel 2002 Hellen Pearson pubblicò su Nature un importante lavoro chiamato: your destiny from day one (il tuo destino dal primo giorno ndr). In questo studio si dimostra maniera inoppugnabile che già dal primo giorno c'è un protagonismo non solo dell'embrione il quale ancor prima di impiantarsi colloquia in maniera biochimica, ormonale e immunologica con la madre. E questo può essere ritenuto in dialogo? Sì perché vengono mandati alla madre dei segnali di diversi ordini. Per esempio l'EPF (Early Pregnancy Factor) viene prodotto dall'embrione e viene mandato verso la madre già dal primo giorno. Ad una osservazione anche empirica è altresì evidente che l'embrione, che solo per il 50% è composto dalla madre, non viene rigettato. Noi non siamo rigettati, pur essendo diversi da nostra madre per un 50%. Lo stesso impianto è un fattore di dialogo. Che cosa vorrebbe dunque dimostrare questa tesi? Sembra voler riportare in auge il concetto del pre-embrione che è andato avanti negli anni '80 col gruppo della professoressa McLaren, la quale disse che l'embrione fino a 14 giorni non ha una sua dignità in quanto non ci sono caratteristiche pienamente umane non riconosciute. Si cerca di ritornare a quell'idea perché sdoganando i 14 giorni si possono scongelare tutti gli embrioni per darli alla ricerca. Ma l'idea di sacrificare degli esseri umani per la ricerca è un'idea nazista. Quali sono gli altri fattori che dimostrano il dialogo immediato con la madre? L'attecchimento in utero avviene dopo 7 giorni dal concepimento, noi veniamo concepiti nella tuba e non bisogna dimenticare che lo spermatozoo riesce ad entrare grazie all'aiuto che gli dà l'ovocita, che produce progesterone e proteina zp3. Però lo studio sembra affermare che l'embrione sia protagonista… Affermano una cosa che noi diciamo da sempre: l'embrione è un protagonista però fanno confusione sul cosiddetto contatto di tipo anatomico. L'embrione infatti, non essendo attaccato anatomicamente alla parete della tuba non riceve ossigeno, ciononostante riesce a specializzarsi e moltiplicarsi pur non avendo l'energia che gli viene dalle fonti ossigenative. Ma lo studio fa confusione tra il dialogo di tipo anatomico e quello di tipo biochimico. Ora: nessuna realtà biologica riesce a sopravvivere e moltiplicarsi senza avere una capacità ossigenativa. Ma l'embrione come fa allora? La trova comunque. E lo sa dove la trova questa capacità ossigenativa? Dove? La trova nei liquidi zuccherini che sono nella tuba e nei gameti femminili. Quindi l'embrione è protagonista, ma ha bisogno di un dialogo biochimico immediato con la madre. Pena la sua sopravvivenza.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/05/2016
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ANTINORI UN TEMPO OSANNATO PIONIERE DELLA FECONDAZIONE ASSISTITA RIVELA IL SUO VERO VOLTO DI PROFITTATORE
In manette il noto ginecologo
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14/05/2016
Il noto ginecologo Severino Antinori è finito ai domiciliari con un'accusa assai grave: rapina aggravata e lesioni personali aggravate. E' stata chiesta anche l'interdizione dalla professione medica per un anno e il sequestro della clinica Matris dove operava il ginecologo. Ieri i carabinieri del Nas hanno arrestato Antinori all'aeroporto di Roma a seguito di un'ordinanza del gip di Milano. Secondo le accuse – che andranno tutte provate in sede giudiziale – una giovane spagnola di 24 anni si sarebbe sottoposta, lo scorso aprile, presso la clinica per la fertilità Matris di Milano ad una terapia per cisti ovarica che poi, in realtà, si scoprirà essere una vera e propria stimolazione ovarica. Immobilizzata a forza dall'equipe di Antinori e poi anestetizzata, alla giovane donna sarebbero stati prelevati alcuni ovociti, i quali successivamente sarebbe stati fecondati da Antinori per ottenere sei embrioni, attualmente sequestrati – come se fossero merce di contrabbando – dai carabinieri. A margine: fa specie che il capo di accusa che pende sulla testa del ginecologo romano sia "rapina aggravata", quasi che gli ovociti fossero beni mobili. Non è così per il nostro ordinamento giuridico che non li considera res dato che ne vieta il commercio. Quindi non potendo esercitare su di essi il diritto di proprietà, tantomeno è predicabile il furto o la rapina. Ma torniamo al fattaccio che vede implicato Antinori. La donna al risveglio, di nascosto, ha chiamato le forze dell'ordine da un telefono della clinica, dato che le era stato sottratto il cellulare per timore che potesse chiedere aiuto. La polizia in un primo tempo, dal momento che per incomprensioni linguistiche non aveva compreso bene l'accaduto, l'ha accompagnata in hotel anche perché – così traspare dalle accuse – il clima all'interno della clinica Matris non era dei più sereni per la ragazza. Ma in albergo la giovane si era sentita male. Trasferita al pronto soccorso della clinica Mangiagalli, somo stati riscontrati sul suo corpo lividi ed ecchimosi compatibili "con le manovre di immobilizzazione per l'anestesia forzata", come è stato riportato dai carabinieri. Subito sono partiti gli accertamenti. Il consenso informato al prelievo degli ovociti potrebbe essere falso. Infatti la donna ha disconosciuto le firme apposte ed anche i carabinieri hanno dichiarato che queste "già da una prima analisi appaiono significativamente difformi". Le indagini sono tutt'ora in corso. L'arresto di ieri non è l'unico guaio giudiziario in cui è stato coinvolto Antinori. Nemmeno un mese fa la moglie Caterina Versaci e le figlie lo hanno accusato di stalkeraggio e maltrattamenti. Risultato: divieto di metter piede a Roma e in provincia. Nel gennaio scorso altra denuncia per aver organizzato una compravendita di ovociti di giovani donne per praticare la fecondazione eterologa. E forse sta qui il motivo di questa recente denuncia che lo ha portato agli arresti domiciliari: l'eterologa non è decollata nel nostro Paese ed Antinori ha fatto di tutto invece per farla decollare. L'eterologa è un flop sia perché i costi sono elevati, sia perché c'è penuria di materia prima, cioè di ovociti. Il caso massmediatico giudiziario però più noto è quello che riguarda una puntata di Porta a Porta del maggio del 2005 dove Antinori innanzitutto qualificò le persone affette da sindrome di Down come "mongoloidi" e poi aggiunse che tra le persone che non devono nascere in primis ci sono proprio i "mongoloidi". Trentadue persone appartenenti Associazione fiorentina Trisomia 21 sottoscrissero un esposto-querela a danno del ginecologo romano. Antinori è noto non solo alle forze dell'ordine, ma ancor di più ai media per le sue sperimentazioni nel campo della fecondazione artificiale. Nell'89 inizia a sottoporre donne in menopausa alla fecondazione extracorporea. Le prova tutte. Inizialmente riesce a far partorire una donna di 45 anni, in menopausa da tre, con ovociti donati da un'altra donna. Forse il primo caso accertato di eterologa in Italia. Poi, sempre nell'89 e con un tecnica alla Frankenstein, impianta l'embrione di una donna nell'utero della figlia maggiore. Altro record: primo caso accertato in Italia di utero in affitto e di madre-sorella, nonché di figlio-fratello. Antinori si spinge sempre più in là: nel '94 Rossana Della Corte, di anni 63, rimane incinta. Dopo la mamma-figlia ecco la mamma-nonna. Pare che allora sia stata la partoriente più anziana del mondo. L'audacia procreativa del medico romano però non conosce limiti. Nel 2003 Antinori annuncia che è nato il primo bambino avuto tramite clonazione, ma non si è mai avuto certezza che realmente quel bambino fosse frutto di tale tecnica. E' sempre Antinori a tagliare il traguardo per primo nel luglio del 2014 all'indomani della sentenza della Corte Costituzionale che elimina il divieto di eterologa che era presente nella legge 40. Fu talmente veloce nel dichiarare alla stampa che aveva già fecondato tre donne con tale tecnica che il Ministro della Salute Lorenzin gli mandò i carabinieri del Nas per verificare che dietro a tanta celerità non si nascondessero raggiri e strane pratiche, tra cui il commercio di ovociti. Il mago della provetta rispose da par suo e decise di iniziare uno sciopero della fame davanti a Palazzo Chigi perché si sentiva perseguitato dal Ministero della Salute e dei Nas.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14/05/2016
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IL DIRETTORE DEL CERN DI GINEVRA CREDE IN DIO: QUESTO CONFERMA CHE SCIENZA E FEDE SONO COMPATIBILI!
L'italiana Fabiola Gianotti è direttore generale del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, avendo contribuito alla scoperta del bosone di Higgs (la ''particella di Dio'')
Fonte UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali), 17/01/2015
Fonte: UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali), 17/01/2015
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CEREBROLESO = RITARDATO MENTALE? FALSO! NESSUN RAPPORTO FRA LESIONE CEREBRALE E INTELLIGENZA
I cerebrolesi hanno difficoltà a esprimersi, ma spesso hanno una perfetta comprensione delle cose... Ritenerli stupidi crea in loro una grande frustrazione (VIDEO: Il potenziale umano)
di Antonio Socci - Fonte: Libero, 18/04/2016
Fonte: Libero, 18/04/2016
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SEMPRE PIU' BAMBINI COSTRETTI A CAMBIARE SESSO
Il documento dei pediatri americani in otto punti è un accorato appello a respingere l'ideologia gender
di Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/04/2016
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/04/2016
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L'ITALIA DI FRONTE ALLA IRRESISTIBILE AVANZATA DELL'UTERO IN AFFITTO
Assolti i due coniugi che erano ricorsi all'utero in affitto in Ucraina e così saltano ancora i ''paletti'' della legge 40
Fonte Comitato Verità e Vita, 09/04/2016
Fonte: Comitato Verità e Vita, 09/04/2016
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LE DIFFERENZE E LA COMPLEMENTARIETA' TRA IL CERVELLO MASCHILE E QUELLO FEMMINILE: LE DONNE SONO INTUITIVE E MULTITASKING, GLI UOMINI LOGICI E RAZIONALI
Invece Darwin, visto che il cervello maschile è più grande, sosteneva che la donna è inferiore all'uomo
di Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona, 29/03/2016
Fonte: Libertà e Persona, 29/03/2016
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NON ESISTE MORALE QUANDO SI OSANNA LA LIBERTA' AD OGNI COSTO: ANTONORI COMPRAVA (E RUBAVA) OVULI
Anche Repubblica che in genere osanna le pratiche di fecondazione non può tacere lo scandalo
di Tiziana De Giorgio - Fonte: La Repubblica, 14/05/2016
Le arruolavano rigorosamente sotto i trenta, come previsto dalle regole dell'eterologa. Belle, quasi sempre. E con pesanti difficoltà economiche alle spalle che facevano da buona leva per giustificare anche ripetuti bombardamenti ormonali e prelievi di ovuli, "dietro a un pagamento". La denuncia della ventiquattrenne spagnola, sua infermiera, che ha portato all'arresto del famoso ginecologo Severino Antinori per rapina e lesioni, è solo una delle voci che racconta cosa succedeva alla clinica Matris di Milano. Il primo istituto lombardo partito, più di un anno fa, con la fecondazione eterologa e ora sotto sequestro. "Negli ultimi mesi ho incontrato e sentito i racconti di almeno venti ragazze che in quella clinica hanno subìto di tutto. E la giovane spagnola non è certo l'unica alla quale sono stati sottratti degli ovociti". A parlare è Giovanni Pizzo, uno degli avvocati ai quali si sono rivolte diverse giovani finite - volontariamente o meno - nella rete di donatrici di gameti della Matris. Un sistema per trovare la materia prima per la fecondazione eterologa che negli ospedali pubblici lombardi, a due anni dalla sentenza della Consulta, continua a non decollare. Replica il collega Vinicio Nardo che difende Antinori: "Mi chiedo che interesse potesse avere un ginecologo famoso in tutto il mondo - afferma il legale - a imbrogliare una ragazza ignara". E sulla rapina aggravata, uno dei reati contestati: "Dal punto di vista del diritto mi sembra una forzatura. La dinamica in base a cui viene fatta la contestazione è poco credibile". Le prime denunce contro Antinori sono arrivate ai Nas prima di Natale. Fra queste c'era quella di M.S., 21 anni, di origini brasiliane, che a Repubblica aveva raccontato l'arruolamento delle ragazze. C'è una figura che, almeno fino a qualche mese fa, ha avuto un ruolo chiave in questa storia: si chiama Barbara Bella, una che di mestiere fa l'organizzatrice di eventi e aveva il compito di trovare giovani disposte a diventare donatrici. "Mille euro in contanti in busta chiusa per ogni prelievo andato a buon fine", raccontano le ragazze che si sono sottoposte all'intervento. Un affare per questo tempio privato della fecondazione assistita milanese dalle pareti rosa confetto: con un solo intervento si possono arrivare a prelevare fino a 15 ovuli. E le donne sterili che si rivolgevano alla Matris per avere un bambino - disposte a spendere da 5mila euro in su per una gravidanza - ne ricevevano al massimo cinque. La rete di giovani, di mese in mese, cresce: il passaparola funziona, i volti delle ventenni con difficoltà disposte a prestarsi a trattamenti fisicamente (e psicologicamente) molto pesanti pur di portare a casa qualcosa di simile a uno stipendio, aumentano. E la fecondazione eterologa alla Matris prosegue. Ma le cose iniziano a complicarsi quando le ragazze scoprono che non tutti gli interventi ai quali si sottopongono vengono pagati: "Dopo l'operazione, dicevano di non aver trovato ovuli da prelevare". E senza ovuli, niente busta con i mille euro. "È tutto legato ai soldi. E sono tante le ragazze a essere state, se non altro, imbrogliate", prosegue l'avvocato. Milano, arresto Antinori: il sequestro dei fusti con gli embrioni nella clinica Matris. Nel frattempo chi lavorava da anni nella clinica ha iniziato, via via, ad andarsene. Medici, infermieri, segretari, genetisti, psicologi. Alcuni sono stati invitati, per così dire, ad andarsene. Altri, raccontano alcuni, erano semplicemente "sconvolti dalle pratiche mandate avanti dalla clinica. Pratiche ancora tutte da chiarire, e sulle quali andranno avanti le indagini dei carabinieri. "Quando ce ne siamo andati, la Matris si è popolata di strane figure che il professore faceva lavorare al suo fianco". Anche in questo caso, giovanissime assistenti e infermiere, diverse arrivate dall'estero. "Si scattavano selfie di continuo in ambulatorio, con le pazienti lì accanto". A lavorare alla Matris, per un mese, c'era anche la ventiquattrenne spagnola. Colei che ha fatto scattare l'arresto del professore, dopo la sua denuncia in cui racconta di aver subito un "furto" di ovuli nella stessa clinica, prelevati senza il suo consenso dopo essersi sottoposta a una cura ormonale, ha raccontato, spacciata per un'altra terapia.
Fonte: La Repubblica, 14/05/2016
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