Amici del Timone n�42 del 09 aprile 2015

Stampa ArticoloStampa


1 IL GENDER ENTRA NELLA SCUOLA ELEMENTARE PERUZZI DI SIENA: SI INSEGNA AI MASCHI CHE POSSONO METTERE I TACCHI A SPILLO E CHE E' INDIFFERENTE CHE SCELGANO UNA FIDANZATA OPPURE UN FIDANZATO
E nelle scuole primarie delle Crete Senesi e della Val d'Arbia si propone di ri-educare i ragazzi abolendo i concetti di maschio e femmina e negli asili fanno mettere lo smalto ai bambini per eliminare differenze (tutti siamo invitati alla veglia in Piazza del Campo domenica 12 aprile)
di Direttivo LMPT Siena - Fonte: Il Cittadino on line
2 EUROPA NON RASSEGNARTI ALLE MADRI IN AFFITTO
Dietro le rivendicazioni LGBT sta una verità imbarazzante e inumana: lo sfruttamento di donne come incubatrici
di Carlo Bellieni - Fonte: Avvenire
3 TROPPO FUMO ATTORNO A UN FARMACO
Si parla di una medicina, ma si vuole veicolare l'idea che la droga sia utile
di Carlo Bellieni - Fonte: Avvenire
4 TUTTI CONTRO DOLCE & GABBANA PER LE DICHIARAZIONI CONTRO I FIGLI IN PROVETTA
Elton John e Cecchi Paone invitano al boicottaggio, ma ecco cosa hanno detto di preciso i due stilisti
di Luigi Santambrogio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 LA SCUOLA ORMAI E' IL CAMPO DI BATTAGLIA DELLE NUOVE IDEOLOGIE
Corrompere i giovani è la via più facile per cambiare le teste degli adulti del domani
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana (GWNblog)
6 LE DONNE SONO INFELICI SE ABORTISCONO
Le mamme che hanno abortito devono poter incontrare qualcuno che permetta loro di guardare il male fatto, ma anche di ricevere il perdono di Dio e di perdonarsi
di Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
7 ORMAI I FIGLI SONO UNA RISPOSTA AI DESIDERI DEL GENITORI, COME UNA BORSA FIRMATA, LO SI CAPISCE DALL'ARRIVO DELLE MITAZIONI
Per chi non può permettersi il dono della natura, né quello del laboratorio ecco il figlio bambolotto
di Luigi Santambrogio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 EROE DEL FOOTBALL AMERICANO, OGGI MALATO DI SLA, E' CONTRARIO ALL'EUTANASIA
''Da quando sono malato, ho fatto più bene di quanto non avessi fatto nei precedenti 37 anni'' (VIDEO: le regole del football)
di Leone Grotti - Fonte: Tempi
9 IL RISCALDAMENTO DELLA TERRA? UNA PANZANA GLOBALE
Non c'è nulla di vero nelle previsioni catastrofiche che da decenni sono la scusa per ingenti investimenti
di Paolo Togni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
10 QUANDO LENIN IMPOSE AGLI ORTODOSSI LA DECISIONE DI UN PAPA
Il motivo? Semplice: come sempre la Chiesa Cattolica stava dalla parte della scienza, mentre i non cattolici la rifiutavano
di Vittorio Messori - Fonte: Il Timone
11 L'INSEGNAMENTO EQUIVOCO DELL'ISLAM IN MATERIA MORALE
La mancanza di un magistero e la fedeltà al Corano ingenerano drammatiche incertezze
di Valentina Colombo - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

1 - IL GENDER ENTRA NELLA SCUOLA ELEMENTARE PERUZZI DI SIENA: SI INSEGNA AI MASCHI CHE POSSONO METTERE I TACCHI A SPILLO E CHE E' INDIFFERENTE CHE SCELGANO UNA FIDANZATA OPPURE UN FIDANZATO
E nelle scuole primarie delle Crete Senesi e della Val d'Arbia si propone di ri-educare i ragazzi abolendo i concetti di maschio e femmina e negli asili fanno mettere lo smalto ai bambini per eliminare differenze (tutti siamo invitati alla veglia in Piazza del Campo domenica 12 aprile)
di Direttivo LMPT Siena - Fonte: Il Cittadino on line, 7 aprile 2015

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che La Manif Pour Tous (la manifestazione per tutti) Siena rivolge a tutti i padri, a tutte le madri dei ragazzi delle scuole della provincia di Siena, ai docenti e dirigenti, alle istituzioni e a tutti i cittadini. La lettera-denuncia vuole informare sui progetti di rieducazione gender che stanno prendendo piede nelle scuole di ogni ordine e grado della nostra provincia. Ecco il testo integrale:

LETTERA-DENUNCIA DELLA MANIF POUR TOUS DI SIENA
"A tutti i padri e le madri dei bambini e ragazzi in età prescolare e scolare, agli insegnanti, ai dirigenti scolastici, alle istituzioni locali, a tutti i cittadini.
Dal 2013 in Italia è nato un movimento di popolo che si batte civilmente per la libertà di espressione del pensiero, contro le neo-dittature ideologiche del nostro secolo ed in particolare contro il pensiero gender di cui si fanno paladini gli attivisti delle lobbies LGBTQI (lesbiche, gay, bisex-bigender, trans, queer e inter-sex). Il gender, oggi evolutosi nel pensiero queer, intende decostruire la società fondata sul diritto
naturale, scollegandola dal dato reale, biologico. Tale ideologia sostiene che tutto è riconducibile al dato culturale e che quindi, azzerando il pensiero della gente e con esso il "condizionamento" culturale, si possa ricostruire una società dove non ci sia differenza sessuale e/o di genere e dove il singolo individuo possa, in qualsiasi momento, decidere se sentirsi maschio, femmina, inter-sex, drag-queen (o uno dei 46 generi fino ad oggi classificati) e addirittura mutare nel corso della propria vita tale sensazione, e dunque appartenenza.

PAPA FRANCESCO: IL GENDER E' COME LE DITTATURE DEL XX SECOLO
Un pensiero così fatto, completamente scollegato dalla realtà, dal buon senso, dalla ragionevolezza e dalla logica, ha un solo modo per imporsi sulla civiltà: la violenza e la prepotenza tipica delle dittature ideologiche che hanno insanguinato il XX secolo. Ecco allora che difendere una società civile, una concezione di UOMO fondata sul diritto naturale, sull'evidenza scientifica e biologica, diventa omofobia intollerabile da attaccare e tacitare anche con minacce. Gli episodi dell'ottobre scorso contro le Sentinelle in Piedi, che manifestavano silenziosamente e pacificamente in diverse città d'Italia, dimostrano chiaramente quale sia la capacità di confronto di questi movimenti culturalmente totalitari che Papa Francesco ha ben accostato alle dittature del '900, ai modi di agire della Gioventù Hitleriana per esempio.
Noi e gli amici delle Sentinelle in Piedi stiamo reagendo a questa dittatura ideologica in maniera civile, non armata e non violenta, con la speranza che le coscienze si risveglino, la consapevolezza che il buon senso possa vincere sul delirio e che la gente apra gli occhi per rendersi conto della reale pericolosità della dittatura dei movimenti LGBTQI e del pensiero gender. Un totalitarismo prepotente, quello LGBTQI, che mira a distruggere chiunque la pensi diversamente e smonti razionalmente il pensiero gender o denunci pubblicamente gli effetti distruttivi sull'uomo di questa nuova dittatura culturale. Si pensi agli stessi omosessuali messi all'indice dagli LGBTQI per aver difeso la famiglia normale (madre-padre e figli) come nel caso di Jean-Pierre Myard in Francia o di Dolce & Gabbana in Italia.
Questa lettera aperta ha il preciso scopo di dare l'allarme a tutta la società civile perché il pensiero gender, che ovviamente non riesce ad attecchire sugli adulti in un confronto logico e ragionevole, sta per essere imposto nelle scuole di ogni ordine e grado: sotto le mentite spoglie di progetti dedicati a combattere il bullismo giovanile (piaga sociale che va combattuta non certo disorientando i giovani e togliendo loro ogni punto di riferimento naturale e razionale) a promuovere le pari opportunità, l'educazione sessuale e simili argomenti, si introduce in realtà nelle scuole il pensiero gender con il preciso intento di indottrinare i ragazzi e i bambini, colpendo quindi i soggetti più vulnerabili e indifesi proprio perché in fase formativa.

LA GRAVE SITUAZIONE A SIENA
Anche nella nostra provincia non sono mancate incursioni ideologiche in tale senso. Tra le altre segnalazioni ricevute, a titolo di esempio, citiamo il caso di alcuni insegnanti "illuminati" che fanno mettere lo smalto ai bambini di un asilo perché non ci siano elementi distintivi fra maschio e femmina, per annullare ogni riferimento sessuale che origina dalla natura (e che dal punto di vista biologico e genetico è ovviamente dimostrato ed assodato). Si pensi alla scuola elementare Peruzzi di Siena dove si è fatto leggere ed imparare a memoria a bambini delle elementari passi di libri gender che vedono i modelli biologici di madre e padre come stereotipi da abbattere e che inculcano ai ragazzi che non solo non c'è niente di male se un maschietto si mette le scarpe coi tacchi ovvero se alla fine del racconto la protagonista possa affermare "da grande sceglierò se avere un fidanzato o una fidanzata", ma che anzi tutti i maschietti devono fare i giochi delle femminucce e viceversa.

IL GENDER ANCHE IN VALDARBIA
Progetti come quello lanciato nelle scuole primarie delle Crete Senesi e della Val d'Arbia "Piccole donne... e uomini crescono", dove si accosta pericolosamente pari opportunità a identità di genere e dove si propone di ri-educare i ragazzi "lontano da preconcetti e stereotipi ancora diffusi" cioè dalla natura, dalla genetica, dalla biologia, da quello che la logica e la scienza chiama maschio e femmina. Ancora, progetti finanziati dalla regione Toscana con soldi pubblici, con cui si propinano ai ragazzi delle scuole medie attività volte a demolire lo "stereotipo" della mamma e del papà per affermare nuovi modelli, nuovi ("stereotipi"?), per dire che il futuro sono i gay quindi per sostenere il matrimonio omosessuale e le adozioni a coppie dello stesso sesso.
Questi sono gli argomenti che oggi in Italia sembrano essere l'emergenza nazionale, non altri, visto che per esempio abbiamo il tasso di disoccupazione più alto della nostra storia. Potremmo sopportare che si dibattesse di tali argomenti in aule parlamentari, in commissioni paritetiche o in pubblici dibattiti, ma non certo fra i banchi di scuola. La scuola dovrebbe istruire i ragazzi, farli crescere alimentando in loro la conoscenza, il ragionamento logico, la legittima ambizione a migliorarsi, il rispetto reciproco, non decostruire la loro mente, azzerare le loro coscienze per rieducarli secondo un pensiero omologato e di regime.
Questo appunto lo fanno i regimi, le dittature e la storia ce lo insegna da sempre: ma ahimè l'uomo ha la memoria corta.

LA VEGLIA IN PIAZZA DEL CAMPO: DOMENICA 12 APRILE
Noi de La Manif Pour Tous Siena, insieme agli amici di Sentinelle in Piedi che veglieranno anche Domenica prossima 12 aprile 2015 alle 17 in Piazza del Campo a Siena, cerchiamo di riaccendere negli uomini e nelle donne di buon senso e buona volontà questa memoria, di risvegliare la loro coscienza e 2soprattutto desideriamo sollecitare i genitori a verificare cosa la scuola sta proponendo ai ragazzi, da dove viene il materiale didattico di stampo gender e perché sia sempre a senso unico l'insegnamento di un pensiero che distrugge l'uomo e la civiltà. Informazioni che, attraverso il consenso informato, ogni genitore ha il diritto-dovere di chiedere alla scuola dove manda suo figlio!
Noi organizziamo conferenze e dibattiti, siamo disponibili al pubblico confronto ma non tolleriamo la menzogna, il sotterfugio di chi cerca di avvelenare i nostri ragazzi perché sta pericolosamente intervenendo sul nostro e sul loro futuro, sul futuro quindi della società: una società libera, per ora, che sulla base dell'osservazione razionale del reale si è data una propria organizzazione, armonica perché naturale.
Non sappiamo se la stampa locale darà voce a questo grido di civiltà, ma chiunque entri in possesso di questa lettera aperta si documenti, legga le nostre pagine web ufficiali nazionali (www.lamanifpourtous.it e www.sentinelleinpiedi.it) si unisca alle veglie silenziose delle Sentinelle in Piedi di Siena, scenda coraggiosamente in piazza per difendere il proprio futuro, i propri figli dall'ideologia totalitaria e devastante del gender, frequenti le nostre pagine facebook e ci contatti perché, in piena libertà e onestà intellettuale, saremo disponibili al confronto per smascherare le menzogne del gender.

Nota di Scienza & Vita Siena: dopo che il Papa, a Napoli, domenica 22 marzo 2015 ha definito la teoria del gender uno "sbaglio della mente umana", il Cardinale Bagnasco, nella sua recente Prolusione del 23 marzo si è appellato ai genitori:
GENITORI, VOLETE QUESTO PER I VOSTRI FIGLI?
L'attenzione al mondo della cultura e della scuola – compresa la formazione professionale – è promettente: è in gioco la libertà di educazione dei genitori per i loro figli. Non è una cortesia concessa a qualcuno, ma è un diritto dei genitori: diritto fondamentale che – unico caso in Europa – in Italia è stato affermato a parole, ma negato nei fatti da troppo tempo. A proposito di cultura, non possiamo non dar voce anche alla preoccupazione di moltissimi genitori, e non solo, per la dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta teoria del "gender", "sbaglio della mente umana", come ha detto il Papa a Napoli sabato scorso.
Il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione... ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell'umano per edificare un "transumano" in cui l'uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità. La categoria "Queer Theory", nata negli Stati Uniti, combatte contro il normale, il legittimo, e ingloba tutte le soggettività fluide: non si riferisce a nulla in particolare, si presenta paradossalmente come "un'identità senza essenza".
Sembra di parlare di cose astratte e lontane, mentre invece sono vicinissime e concrete: costruire delle persone fluide che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno, e quindi diventi diritto. Individui fluidi per una società fluida e debole. Una manipolazione da laboratorio, dove inventori e manipolatori fanno parte di quella "governance mondiale" che va oltre i governi eletti, e che spesso rimanda ad Organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare!
Vogliamo questo per i nostri bambini, ragazzi, giovani? Genitori che ascoltate, volete questo per i vostri figli? Che a scuola – fin dall'infanzia – ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d'Europa? Reagire è doveroso e possibile, basta essere vigili, senza lasciarsi intimidire da nessuno, perché il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, legge o istituzione politica può pretendere di usurparlo. È necessario un risveglio della coscienza individuale e collettiva, della ragione dal sonno indotto a cui è stata via via costretta. Sappiate, genitori, che noi Pastori vi siamo e vi saremo sempre vicini.
(card. Bagnasco, Prolusione, 23 marzo 2015)

Fonte: Il Cittadino on line, 7 aprile 2015

2 - EUROPA NON RASSEGNARTI ALLE MADRI IN AFFITTO
Dietro le rivendicazioni LGBT sta una verità imbarazzante e inumana: lo sfruttamento di donne come incubatrici
di Carlo Bellieni - Fonte: Avvenire, 26/02/2015

In una sala gremita del Parlamento europeo si è svolta lunedì la presentazione del documento sulla scottante questione dell'utero in affitto, redatto dal Gruppo di studio in Bioetica della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece). Il documento parte dall'osservazione che questa pratica, tollerata in Europa solo da alcuni Stati a patto di essere del tutto gratuita o quasi, interessa l'Europa per il turismo procreativo verso Paesi dove «sono tollerate attività commerciali in questo campo», dagli Usa all'Asia, all'Europa orientale, con agenzie specializzate che usano spregiudicatamente Internet «per attrarre clienti» sul mercato globale «e metterli in contatto con giovani donne» pagate per condurre una gravidanza per conto terzi dietro ricompensa «spesso molto alta rispetto al salario normale».
Solo due Stati europei accettano la maternità surrogata, e solo sotto la condizione che sia 'altruistica', cioè senza un effettivo commercio dell'utero o del bambino, e solo con il pagamento di una ragionevole quota, concetto però messo in dubbio dal documento.
La presentazione è stata introdotta dallo slovacco Miroslav Mikolasik, presidente del gruppo di studio del Ppe sulla bioetica, e da monsignor Patrick Daly, segretario generale del Comece. Il gesuita padre Patrick Verspieren ha presentato i dettagli del documento, mentre Letitia Pouliquen, di Europe for Family, ha parlato dell'attentato che il commercio dell'utero in affitto porta alla dignità della donna. José Ramos-Ascensão, consigliere giuridico del Comece, ha portato importanti contributi dal punto di vista etico e legale alla questione del traffico dell'utero in affitto.
Il documento dei vescovi Ue ricorda all'Europa i punti caldi della maternità surrogata. Il primo è che non solo si affitta «un utero» ma tutta la persona per nove mesi, cosa che va contro la dignità umana sfruttando talora povertà e fragilità delle donne coinvolte. Oltretutto viene colpita la sfera dell'attività quotidiana della donna stessa che deve per contratto accettare di seguire una serie di comportamenti soggetti non solo all'amore materno ma a un contratto, arrivando a limitare le scelte della donna stessa e – cosa paradossale per la cultura laicista che preme per la libertà di affitto dell'utero – anche quelle riguardanti l'aborto. In alcuni Paesi, spiega la Comece, le donne 'affittate' sono soggette a visite quotidiane da parte delle agenzie che sorvegliano il contratto; in altri vengono separate dalla famiglia per poterle indirizzare verso i comportamenti salutistici scelti dalle agenzie.
La Commissione dei vescovi europei si sofferma poi su due punti focali: èpossibile portare in sé un bambino senza che questo abbia un legameaffettivo e che la separazione non abbia un effetto negativo? È vero che alcune donne portano davvero per fini altruistici un figlio di un'altra, e quante sono quelle che non lo fanno liberamente o lo fanno solo per denaro? «Questa reificazione del bambino è in diretta contraddizione con l'affermazione dei diritti umani della Comunità europea e viola la proibizione di fare del corpo umano e delle sue partisorgente di guadagno finanziario». Viene infine sottolineata la dissociazione tra atto procreativo e atto generativo, e i problemi legali legati ad esempio all'atto di nascita del bambino. Alcuni Stati finiscono col riconoscere il fatto compiuto, una volta che la coppia torna dall'estero col figlio nato da procreazione surrogata.
Il documento in conclusione chiede che l'Europa affermi che non accetterà di trascrivere i certificati di queste nascite qualora vengano da Paesi in cui l'affitto dell'utero è realizzato in cambio di una ricompensa economica, in modo che vengano scoraggiate le coppie come gli Stati interessati a fare dell'utero in affitto un commercio.

Fonte: Avvenire, 26/02/2015

3 - TROPPO FUMO ATTORNO A UN FARMACO
Si parla di una medicina, ma si vuole veicolare l'idea che la droga sia utile
di Carlo Bellieni - Fonte: Avvenire, 03/02/2015

Tante mani abbiamo visto alzarsi in segno di esultanza – ma anche di protesta – alla notizia che nuove sostanze per il trattamento del dolore sono da oggi prescrivibili, a certe condizioni, dai medici di famiglia in Toscana. Qual è il motivo di tanta passione? Semplice: le sostanze derivano dalla cannabis, la pianta che troppi usano come droga.
Così dunque da un lato assistiamo a un allarme legato al fatto che si traggono farmaci da una pianta incriminata per i danni che procura alla salute, dall'altro c'è chi si rallegra ritenendo che l'uso medico di queste sostanze sia il preludio a una prossima liberalizzazione della droga. Ma medicina e droga non vanno certo a braccetto: non è infatti lo "spinello" che cura il dolore ma una sostanza tra le cento contenute nella cannabis, un alcaloide detto "cannabinoide", che avrebbe un'azione di supporto alla terapia del dolore già attuata con altri farmaci più sperimentati.
Questa sostanza viene isolata, purificata, dosata e solo allora è somministrata al paziente. Non c'è motivo per demonizzare una sostanza solo perché alcune persone fanno un uso sbagliato della pianta da cui deriva: anche la morfina cura il dolore, e anche la morfina non viene somministrata in ospedale col narghilè con cui si respirano i fumi d'oppio ma in apposite dosi e con le opportune vie.
Sarebbe scandaloso non usare trattamenti contro il dolore dove sia dimostrata la loro efficacia. Ma in questa partita dei farmaci a base di cannabinoidi c'è molto più che questo semplice ragionamento. Tanto per capirci, si parla di «cannabis terapeutica» ma è una definizione ingannevole che può far inopportunamente credere che sia la cannabis e non un suo derivato purificato a servire alla medicina.
Sarebbe come dire "papavero terapeutico" solo perché è da lì che si estrae la morfina, o "catrame terapeutico" solo perché dal catrame sono estratti alcuni farmaci. È fin troppo facile, scientificamente sbagliato e perciò pericoloso proporre l'equivalenza tra la cannabis che contiene alcune sostanze buone e lo spinello che di conseguenza non farebbe male.
No, lo spinello non fa per niente bene. E se non bastassero le innumerevoli prove scientifiche già prodotte, lo dimostra una volta in più l'ultimo numero della rivista Addictionspecializzata nel settore delle dipendenze: «La ricerca scientifica degli ultimi 20 anni – vi si legge – mostra che l'uso della cannabis aumenta il rischio di incidenti, che può produrre dipendenza, e che esiste un'associazione consistente tra l'uso regolare di cannabis e conseguenze psicosociali negative così come sulla salute mentale».
L'equazione tra l'idea di farmaco e il fatto che non possa far che bene è culturalmente insidiosa, anzitutto perché le medicine se non sono assunte dal paziente giusto e nella dose corretta fanno male quasi tutte, e poi perché, come spiega un recente documento dell'American Academy of Pediatrics, è lo stesso "fumo" a far male. Inoltre è solo il principio attivo detto cannabinoide che ha qualche effetto antidolorifico, al contrario di tutte le cento sostanze respirate con lo spinello (che i medici di certo non prescrivono…).
Infine, va ricordato che "antidolorifico" significa "contro il dolore fisico", un concetto che non ha niente a che vedere con la tristezza, la solitudine, la depressione e tutti i motivi più o meno seri o futili per cui ci si droga.
Ai ragazzi va ripetuto con chiarezza di non lasciarsi blandire dalla propaganda di chi vuole lasciarli con i loro guai irrisolti concedendogli al massimo la "libertà" di drogarsi nella loro stanzetta mediante una confusione strumentale di una medicina nuova con l'uso indiscriminato di un'erba che può provocare solo guai.
Una sostanza tossica peraltro quasi sempre assunta non certo su consiglio di amici che sanno affrontare davvero i problemi, dei genitori o di un medico che sa ben distinguere tra una molecola (il cannabinoide) contro il dolore estratta da una pianta e una foglia d'erba che si fuma per la strada, che fa sentire "come gli altri", ma che li lascia dolorosamente soli.

Fonte: Avvenire, 03/02/2015

4 - TUTTI CONTRO DOLCE & GABBANA PER LE DICHIARAZIONI CONTRO I FIGLI IN PROVETTA
Elton John e Cecchi Paone invitano al boicottaggio, ma ecco cosa hanno detto di preciso i due stilisti
di Luigi Santambrogio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

5 - LA SCUOLA ORMAI E' IL CAMPO DI BATTAGLIA DELLE NUOVE IDEOLOGIE
Corrompere i giovani è la via più facile per cambiare le teste degli adulti del domani
Fonte La Nuova Bussola Quotidiana (GWNblog), 19/02/2015

I Circoli toscani de La Manif pour tous Italia rendono noto quanto segue: "La notizia questa volta arriva da Vaiano, provincia di Prato. Una mamma preoccupata lancia l'allarme dopo avere appreso di un corso di formazione rivolto agli insegnanti di ogni ordine e grado, che si sta svolgendo all'Istituto Bartolini di Vaiano, dal titolo "Educare alle differenze" ossia a «sviluppo sessuale, identità di genere, ruolo, orientamento affettivo sessuale e situazione familiare». Tale corso è gestito da "Intersexioni", un «collettivo composto da attiviste/i e studiose/i (tutt* volontar*)» – testuale dal loro sito – che si occupa di «questioni intersex e cultura transgender» ed è rivolto a tutti coloro che hanno difficoltà a gestire studenti «gender non conforming», o che non sanno come trattare bambini che «hanno due mamme o due papà», per fornire strumenti di accoglienza al contesto scolastico «luogo privilegiato per la formazione dell'identità». E' doveroso, al riguardo, rilevare che dietro questo – come dietro tutti gli altri analoghi progetti esplicitamente legati alle "gender theories" – non vi è niente di scientifico, ma soltanto una visione ideologica che pretende di negare la realtà costitutiva della persona umana, ossia la sua natura corporea sessuata maschile o femminile. Il corpo, secondo tali teorie, sarebbe irrilevante, un vuoto contenitore da riempire, di volta in volta, a seconda della soggettiva percezione che ciascuno ha di sé, individuando infinite varietà di generi. Come possono certi concetti essere spacciati per una legittima e anzi auspicabile educazione alle "differenze"? Se è indubbio che anche nella scuola si contribuisca a formare l'identità personale di bambini e ragazzi, è estremamente pericoloso che si pretenda di farlo senza tener conto dei genitori -o addirittura in contrasto con essi- e del loro diritto primario e costituzionalmente garantito ad educare i propri figli. Risulta evidente che le tematiche trattate in questo corso – sessualità e affettività – sono prerogativa della famiglia e la scuola non può occuparsene se non nel rispetto del principio di sussidiarietà educativa. E' inoltre sotto gli occhi di tutti che la scuola pubblica italiana sia al tracollo a causa degli ingenti tagli alla spesa che ha subito e i cittadini devono essere consapevoli che invece per tali iniziative il finanziamento si trova sempre grazie al sostegno di varie istituzioni pubbliche a partire dall'Unione Europa; nel caso in questione i fondi sono garantiti dall' "Accordo territoriale di genere", stipulato tra Regione, Province e Comuni che coinvolge la maggior parte del territorio toscano. I genitori hanno diritto ad opporsi all'utilizzo di fondi pubblici per "ri-educare" i propri figli all'ideologia gender a scuola senza, o addirittura contro, il loro consenso. Ricordiamo che dietro belle parole come "lotta alle ingiuste discriminazioni, al bullismo omofobico, tolleranza, educazione alle differenze, ecc.", si nasconde una visione del mondo che nega l'evidenza della realtà e mira a demolire la stessa natura dell'uomo, con gravissime conseguenze per i bambini e la società tutta. Come associazioni coinvolte nella questione ci mettiamo a disposizione di genitori, insegnanti e di tutti affinché la scuola e le istituzioni rispettino il ruolo primario dei genitori nell'educazione dei figli e proteggano i bambini dalla pericolosità dell'ideologia gender.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana (GWNblog), 19/02/2015

6 - LE DONNE SONO INFELICI SE ABORTISCONO
Le mamme che hanno abortito devono poter incontrare qualcuno che permetta loro di guardare il male fatto, ma anche di ricevere il perdono di Dio e di perdonarsi
di Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
Fonte: Blog di Costanza Miriano

7 - ORMAI I FIGLI SONO UNA RISPOSTA AI DESIDERI DEL GENITORI, COME UNA BORSA FIRMATA, LO SI CAPISCE DALL'ARRIVO DELLE MITAZIONI
Per chi non può permettersi il dono della natura, né quello del laboratorio ecco il figlio bambolotto
di Luigi Santambrogio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25/01/2015

Bimbi nati in laboratorio, senza mamma né papà, figli di uteri in affitto o di fecondazioni omo/etero, concepiti in provetta o chissà dove. Care mamme, il catalogo è questo. Ma c'è dell'altro, "prodotti" più semplici e meno cari: anche in Italia arrivano i bebé "on demand", pupi da zero a tre anni, maschietti e femminucce, a misura di ogni desiderio. Copie perfette, replicanti di quelli veri. I "neonati" portano ancora il cerotto sull'ombelico, altri, di qualche mese più grandicelli, indossano caldi vestitini in cachmere, gonnelline con delicati pizzi, camiciole dai motivi floreali. C'è poi chi cerca coccole stringendo al petto animaletti di peluche. Potrebbero anche lacrimare o dire qualche parola, tanto sembrano veri e reali. Ma questi bimbi non sono bimbi. Sono cloni, copie di figli mancati, ma così perfette e naturali da sembrare veri. Sono i figli artificiali, mica nati in provetta ma in laboratori artigiani e confezioni con le più sofisticate tecnologie.
É l'ultima follia, il costoso regalo ambito da molte coppie italiane. Si chiamano Reborn Doll, si possono spupazzare e portare a spasso per la città tenendoli in fasce o nelle carrozzine. Come farebbe una vera mamma. Terribile, eppure vero. Il giocattolo ''per adulti'' è pubblicizzato su diversi siti internet (www.laurareborndolls.it) ed è in vendita in alcuni megastore di Roma e Milano: i prezzi partono dai 200 euro, ma possono superare i duemila. Labbra tumide, grinze nella pelle e dettagli curati, dall'alluce fin sopra ai capelli; a facilitarne l'effetto surreale sono i materiali con cui vengono realizzate le bambole: ceramit o vinile pregiato, molto simile alla morbida e liscia pelle di un neonato, lavorato con una tecnica chiamata reborn (rinato).
Non hanno tuttavia un cuore che batte, come gli androidi di Blade Runner, ma questo non basta a scoraggiare i finti genitori che su internet o nei negozi specializzati comprano i pargoletti plastificati, preferendo il termine ''adottare'' a quello di ''acquistare''. C'è qualche mamma virtuale che ne ha già comperati una decina in pochi anni (il costoso gadget, infatti, è in circolazione da tempo), ma tengono il segreto in famiglia, vergognose di questa maternità di plastica. Altrei, vicine ai 50 anni, li portano in passeggino o li tengono in fasce come farebbe una vera mamma. Terribile, ma non sono storie inventate. Quest'anno il baby clone ha raggiunto vendite record, regalo tra i ricercati tanto che per i modelli di alcune marche, bisogna prenotarli con mesi d'anticipo. Nel caso qualche coppia chieda di riprodurre il proprio figlio deceduto in tenera età, per continuare a ricordarlo così com'era, allora viene messo in contatto con alcuni artisti tedeschi: con le foto dell'originale il risultato è strabiliante.
Insulsa e infelice moda? Certo, il più delle volte e così, ma non sempre. Perché escludere che in questa corsa al baby clone si nasconda qualcosa di più? A dare retta ai chi vende questi "non bambini", il "di più" è una finestra sull'indicibile, sul desiderio, a volte impossibile, ma implacabile, di avere un figlio vero, di una maternità per qualche ragione negata eppure sempre inseguita. L'ultima spiaggia, per chi non ha sufficiente iniziativa o coraggio di tentare altre strade: la fecondazione artificiale o l'adozione di un bambino in carne e ossa. Oppure l'estrema consolazione di chi un figlio l'ha avuto ma gli è stato crudelmente strappato. Illusioni che rasentano la follia, inutile ricerca di un volto e di un corpo perduto da toccare e amare una seconda volta, nell'inganno (accettato e voluto) di un suo fantasma sintetico.
Forse nelle Reborn Doll c'è tutto questo. Dunque la questione è seria. Quasi cristiana, verrebbe da dire, anche se di uno strano Vangelo apocrifo. Reborn, cioè rinato, si chiamano quei bambolotti freddi e senza cuore. E che altro è il cristianesimo se non la Nascita, cioè Dio rinato nella carne d'uomo che rende eterne, uniche e intoccabili tutte le altre nascite del mondo e della storia?
Nessuno osi giudicare quelle mamme per finta e quel desiderio incompiuto e per questo traviato di maternità. Ciascuno guardi nel profondo del proprio guazzabuglio se vuole sperare di capirci qualcosa. Siamo fatti per essere amati e ricambiare, per generare e non per finire. Forse quei bambini di plastica vogliono dirci questo. Forse...

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25/01/2015

8 - EROE DEL FOOTBALL AMERICANO, OGGI MALATO DI SLA, E' CONTRARIO ALL'EUTANASIA
''Da quando sono malato, ho fatto più bene di quanto non avessi fatto nei precedenti 37 anni'' (VIDEO: le regole del football)
di Leone Grotti - Fonte: Tempi
Fonte: Tempi

9 - IL RISCALDAMENTO DELLA TERRA? UNA PANZANA GLOBALE
Non c'è nulla di vero nelle previsioni catastrofiche che da decenni sono la scusa per ingenti investimenti
di Paolo Togni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/03/2015

Secondo quanto definito da Galileo Galilei, che ne è riconosciuto fondatore, il metodo scientifico per arrivare alla conoscenza dei fenomeni deve consentire al ricercatore di arrivare ad una conoscenza della realtà che sia oggettiva, affidabile, verificabile attraverso un'esperienza ripetibile. Per poterla raggiungere, occorrerà verificarne i dati attraverso una rigorosa analisi matematica.
Quelle codificate da Galileo non erano novità assolute: la necessità di utilizzare questo metodo, cioè di porre a fondamento della conoscenza i fatti conosciuti e spiegarli mediante il ragionamento sulla loro causa, era già in Aristotele, in San Tommaso d'Aquino («la verità è … l'adeguamento dell'intelletto e della cosa») e in tanti altri (da Archimede a Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci). Bisogna ammettere che in molti casi esistano grandi difficoltà per arrivare a una definizione di fenomeni credibile e sufficientemente provata; ma in questi casi onestà intellettuale (e scientifica) vorrebbe che i dati ai quali si è giunti fossero presentati per quel che sono, cioè ipotesi non sufficientemente provate. E questo vale soprattutto quando dalla grandezza del dato di arrivo si vogliano far dipendere scelte politiche ed economiche altamente impattanti.
Questo ragionamento ha valenza generale: ma qui io preciso che sto parlando di variazioni climatiche, dell'Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), delle scelte politiche ed economiche che derivano dalle relazioni dell'Ipcc per come vagliate e recepite dalle istituzioni politiche, delle conseguenti scelte di politica economica. I modelli di variazioni climatiche presentati durante tutta la sua vita dall'Ipcc sono errati; in particolare è errata l'ipotesi mai posta in discussione per la quale il riscaldamento della Terra dipende dalla presenza in atmosfera di alte percentuali di anidride carbonica. La cosa appare tanto più chiara dai dati relativi agli ultimi quindici anni: non solo la temperatura della Terra non è aumentata secondo le previsioni dei modelli Ipcc, ma c'è stata addirittura una leggera diminuzione; e questo in presenza di una concentrazione di CO2 in atmosfera costantemente crescente.
Migliore dimostrazione non potrebbe essere data dell'indipendenza delle variazioni climatiche dall'attività dell'uomo. Il riscaldamento globale è una balla; l'antropogenicità del riscaldamento globale è una balla ancora più grossa; l'Ipcc e il sistema creato intorno ad essa sono imbrogli; le prescrizioni che ne derivano sono imbrogli effettuati al fine di truffare ingenti somme a Stati e imprenditori, per muoverli verso operatori spregiudicati che controllano le istituzioni coinvolte nel processo, o vi partecipano (vedi il presidente dell'Ipcc, Rajendra K. Pachauri, titolare di grandi imprese nel settore delle energie rinnovabili). Tra le conseguenze minori di questo fatto c'è la pochezza delle giurie che hanno attribuito alla marionetta marpiona Al Gore premio Nobel e Oscar.
Se è così – ed è così – gli accordi internazionali sul clima sono solo strumenti per consentire a chi li gestisce di fare valanghe di quattrini, affidando loro il controllo su tutti gli aspetti della vita. Il che avviene affidando loro il potere di selezionare combustibili, tipologia di impianti industriali, processi, prodotti, stili di vita. È la prima volta che viene creato un meccanismo di controllo esteso a tutto il pianeta; sebbene non sia ancora pienamente efficace, questo sistema tende a controllare tutte le aree geografiche, tutte le realtà statali e infrastatali, tutte le realtà imprenditoriali e perfino la vita dei singoli.
Occorre rendere omaggio a chi ha saputo creare a suo vantaggio uno sistema tanto produttivo, intuendo il processo di globalizzazione che stava iniziando e creando lo strumento per ottimizzarne lo sfruttamento, nell'interesse esclusivo dei gestori. E consideriamo che non parliamo di noccioline: l'impegno economico annuale per foraggiare tutto questo movimento rasenta i quaranta miliardi di euro da parte dei governi, ai quali vanno aggiunti altri 400 miliardi da parte dalle istituzioni finanziarie, tutti soldi provenienti anche dalle nostre tasche. E scusate se è poco.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/03/2015

10 - QUANDO LENIN IMPOSE AGLI ORTODOSSI LA DECISIONE DI UN PAPA
Il motivo? Semplice: come sempre la Chiesa Cattolica stava dalla parte della scienza, mentre i non cattolici la rifiutavano
di Vittorio Messori - Fonte: Il Timone
Fonte: Il Timone

11 - L'INSEGNAMENTO EQUIVOCO DELL'ISLAM IN MATERIA MORALE
La mancanza di un magistero e la fedeltà al Corano ingenerano drammatiche incertezze
di Valentina Colombo - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/03/2015

Nel febbraio 2012 l'International Union of Muslim Scholars emette un comunicato, firmato da Yusuf Qaradawi e Ali Qaradaghi, in cui espone i motivi per cui la Cedaw (Convention for the Elimination of Discrimination against Women) delle Nazioni Unite non è islamicamente corretta. Una delle motivazioni riguarda l'aborto e vede l'organizzazione islamica assumere una posizione apparentemente anti-abortista. Tuttavia, sull'aborto l'islam "ufficiale" ha una posizione ambigua che da un lato evidenzia la mancanza di un'autorità centrale e dall'altro molte differenze con la posizione cattolica. Se il diritto islamico non incoraggia l'aborto, al contempo non lo proibisce in modo assoluto.
L'ambiguità proviene innanzitutto dalla mancanza di alcun riferimento all'aborto nel testo coranico. Alcuni versetti illustrano comunque lo sviluppo dell'embrione e sono utili a comprendere la posizione islamica: «In verità creammo l'uomo da un estratto di argilla. Poi ne facemmo una goccia di sperma [posta] in un sicuro ricettacolo, poi di questa goccia facemmo un'aderenza e dell'aderenza un embrione; dall'embrione creammo le ossa e rivestimmo le ossa di carne. E quindi ne facemmo un'altra creatura. Sia benedetto Allah, il Migliore dei creatori!» (XXIII, 12-14). Ne deriva la distinzione di diverse fasi dello sviluppo dell'embrione: lo sperma (nutfa) dal concepimento sino ai primi quaranta giorni; l'aderenza o grumo di sangue ('alaqa) dai quaranta agli ottanta giorni; l'embrione (mudgha) dagli ottanta ai centoventi giorni; infine la creazione di un'altra creatura (khalqan al-akhar) a partire dai centoventi giorni. Le quattro scuole del diritto islamico, che hanno elaborato la tradizione islamica al fine di trarne regole e dettami, hanno tratto conclusioni sensibilmente diverse tra loro.
La scuola hanafita - la scuola più diffusa nel mondo musulmano e che prevale per quanto riguarda il diritto di famiglia e quello religioso nei Balcani, nelle Repubbliche caucasiche, in Asia centrale, Afghanistan, Pakistan, India e Cina - consente l'aborto nelle prime tre fasi; la scuola shafiita - diffusa in Bahrein, nello Yemen e nelle zone periferiche dell'islam quali l'Indonesia e l'Africa orientale – in linea di massima consente l'aborto nella prima fase mentre nella seconda e nella terza fase lo consente seppur non in modo uniforme; la scuola hanbalita - prevalente nel Golfo persico e in Arabia Saudita – in tutte le fasi ha sfumature diverse; infine la scuola malikita - la scuola dominante in Marocco, Algeria, Tunisia e Libia – lo proibisce in tutte le fasi. Tuttavia, anche quando nel diritto islamico si parla di proibizione dell'aborto vi sono eccezioni, ma soprattutto ci si trova innanzi a un'interpretazione che presenta differenze significative rispetto alla posizione cattolica.
Ad esempio, il sito IslamOnline pubblica il parere del Consiglio Europeo per la Fatwa e la Ricerca, ente presieduto Yusuf al-Qaradawi, in cui si legge: «L'aborto è proibito nell'islam sia nelle prime fasi di gravidanza sia altrimenti. Qualora si pratichi l'aborto l'entità del peccato varia a seconda dello stadio di gravidanza. […] Quando la gravidanza supera i 120 giorni, l'aborto è del tutto vietato ed è considerato un omicidio e quindi prevede una compensazione. Questa compensazione corrisponde a 213 grammi d'oro, e viene consegnata all'erede che non ha partecipato all'aborto». Ne consegue che per l'aborto dopo l'insufflamento l'islam prevede il cosiddetto prezzo del sangue che equivale a riparare il danno arrecato con un indennizzo in denaro. Quindi, se da un lato l'aborto è illecito, l'islam prevede una riparazione. D'altronde, la posizione prevalente è la seguente: se l'aborto è vietato dopo il quarto mese, diventa lecito qualora si debba salvare la vita della madre che prevale su quella del nascituro perché, come riporta Qaradawi ne Il lecito e l'illecito nell'islam, «non si deve sacrificare la madre per suo figlio. É questa l'origine del bambino e la madre si è invece ben stabilita nella vita. Ella ha una parte indipendente nella vita e ha dei diritti e dei doveri. Inoltre, lei è il pilastro della famiglia. Non è logico sacrificarla per salvare la vita a un feto che non ha ancora una vita indipendente e che non ha ancora né diritti né doveri».
Tuttavia, la questione che più aiuta a comprendere il contesto delle posizioni islamiche sull'aborto è quella che riguarda l'aborto nel caso in cui la gravidanza sia frutto di un adulterio o di uno stupro. Com'è noto l'adulterio è uno dei reati perseguiti dal codice penale islamico che viene punito con la lapidazione. Ebbene, sempre Qaradawi in una fatwa cita ad esempio l'aneddoto, riportato in una delle raccolte ufficiali di detti e fatti di Maometto, della donna della tribù dei Ghamid, sottolineando la magnanimità e il rispetto per il nascituro da parte del Profeta. Il testo è il seguente: «Una donna dei Ghamid, un ramo degli Azd, si recò da [Maometto] e gli disse: "O Inviato di Dio, purificami". Egli rispose: "Guai a te; vattene e chiedi perdono a Dio e rivolgiti a Lui in pentimento. […] Che cosa ti è accaduto?" Rispose di essere rimasta incinta in seguito a un adulterio. Egli disse: "Sei tu che l'hai commesso?" Annuì. Allora il Profeta le rivolse queste parole: "Non sarai punita sinché non partorirai ciò che porti in grembo". Uno degli ausiliari si prese cura di lei fino alla nascita del bambino. Poi l'uomo andò dall'Inviato e gli comunicò che la donna dei Ghamid aveva partorito. "Allora", commentò l'Inviato, "non la lapideremo perché altrimenti nessuno lo allatterà". Uno degli ausiliari si alzò e disse: "Inviato di Dio, lascia la responsabilità di questo bambino a me". E la donna venne lapidata a morte».
Ne consegue che l'islam, a seconda dei casi, può decidere di salvaguardare o la vita della madre oppure la vita del nascituro, nel caso in cui la madre abbia contravvenuto ai dettami islamici e quindi rientri nei casi in cui nell'islam si appone un "ma" alla sacralità della vita. L'altra eccezione riguarda l'aborto a seguito di uno stupro. Anche in questo caso Qaradawi si è pronunciato e, dopo avere ricordato che la donna non ha commesso alcun peccato, ha invitato i giovani musulmani a sposarla e a prendersi cura di lei e del bambino. Ma per quanto concerne l'aborto in sé v'è un passaggio ambiguo perché, secondo Qaradawi, «non c'è dubbio che per una musulmana essere violentata da un feroce nemico è un valido motivo per abortire». Tuttavia non vi sarebbe nulla di male a tenere il figlio. É interessante il corollario sulla religione del nascituro qualora il padre non fosse musulmano. L'islam prevede che sia solo il padre a trasmettere la religione, ma Qaradawi sottolinea che nel caso specifico non c'è dubbio che il bambino sia musulmano poiché l'islam è l'unica vera religione.
Per concludere, nonostante un'apparente somiglianza con il cristianesimo nella condanna dell'aborto, il mondo islamico sostanzia il divieto in modo diverso, interpretando la vita e la sacralità della vita del nascituro a seconda dei tempi, dei luoghi e del contesto.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04/03/2015

Stampa ArticoloStampa


- Scienza & Vita - Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.