Amici del Timone n�29 del 19 febbraio 2014
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MENDEL DAY: PER RICORDARE L'AMICIZIA TRA FEDE E SCIENZA (QUELLA VERA)
Venti conferenze in altrettante città italiane hanno aderito alla manifestazione: anche noi di Siena ospitiamo prestigiosi ospiti
di Paolo Delprato - Fonte: Scienza & Vita Siena
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IDEOLOGIA GAY A SCUOLA: I VESCOVI TOSCANI SONO PREOCCUPATI
Comunicato della CET (Conferenza Episcopale Toscana): ''E' sotto attacco la famiglia naturale fondata sull'unione di un uomo e di una donna''
Fonte: Avvenire
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PARTE DA SIENA IL PROGETTO DI INDOTTRINAMENTO GAY NELLE SCUOLE FINANZIATO DALLA REGIONE TOSCANA
Comunicato stampa dei circoli toscani de La Manif Pour Tous
Fonte: La Manif Pour Tous Toscana
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QUELLA STRANA FRETTA DI DIRE ''SIETE STERILI''
Conviene di più alimentare il mercato delle tecniche di fecondazione che curare l'infertilità...
di Carlo Bellieni - Fonte: Avvenire
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NUOVE FRONTIERE PER LA SCIENZA SE SI RAGIONA SECONDO LA VITA
La retta scienza apre sempre scenari favorevoli alla difesa della vita
di Carlo Bellieni - Fonte: L'Osservatore Romano
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I ''FIGLI'' DI COPPIE GAY VIVONO IN MEZZO A VIOLENZE, CAMBI DI PARTNER, SQUILIBRI MENTALI
Frequenti sono anche abusi sessuali, depressione, alcol e droga: lo dicono studi scientifici che vengono taciuti
di Gerard van den Aardweg - Fonte: Il Timone
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IL QUARTO REICH E' TRA NOI - COME SI AZZERA LA TALASSEMIA
Tante malattie vengono prevenute ricorrendo all'aborto...ma così si previene la vita...è un progresso della scienza questa cultura dello scarto e della morte?
Fonte: www.postaborto.it
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INFANTICIDIO...DAVVERO QUALCOSA DI COSI LONTANO DALLA PRATICA ODIERNA?
Perchè un bambino nato dovebbe valere più di quanto valeva nella pancia della mamma?
di Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OLANDA, IL ''PADRE'' DELL'EUTANASIA DENUNCIA GLI ABUSI
La nostra indifferenza verso eutanasia e aborto creerà la nuova Shoa (che cominciò proprio dalla morte pietosa concessa ai disabili) alla faccia delle celebrazioni del ''giorno della memoria''
di Leone Grotti - Fonte: Notizie Pro Vita
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PAPA FRANCESCO: SI ALLA VITA SENZA COMPROMESSI
Non combatte in modo credibile la ''cultura dello scarto'' chi parla volentieri della fame del mondo, ma non si oppone all'orrore dell'aborto
di Alfredo De Matteo - Fonte: Corrispondenza Romana
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MENDEL DAY: PER RICORDARE L'AMICIZIA TRA FEDE E SCIENZA (QUELLA VERA)
Venti conferenze in altrettante città italiane hanno aderito alla manifestazione: anche noi di Siena ospitiamo prestigiosi ospiti
di Paolo Delprato - Fonte: Scienza & Vita Siena, 15 febbraio 2014
Tra le tante "leggende metropolitane" a cui siamo sempre più esposti, ce n'è una particolarmente insidiosa che, per colpa del complesso di colpa che ormai affligge in maniera incomprensibile tutto ciò che è associato alla fede e al cristianesimo, rischia di passare come verità nella nostra società e nelle nostre scuole. Si tratta della "leggenda" della presunta incompatibilità tra fede e scienza. E' infatti sempre più frequente sentire "scienziati" anche popolari (il che non è spesso sinonimo di qualità) dichiarare solennemente che il "buon scienziato" è quello non credente, meglio ancora se ateo. E' un po' come l'altra "leggenda" che vorrebbe che l'unico medico "buono" sia quello che non fa obiezione di coscienza, ovvero quello che non si ferma mai, nemmeno di fronte al rispetto per la vita, ma prosegue indefettibile esclusivamente guidato dal "desiderio" del paziente e non dal suo bene. La realtà è ben diversa: lo scienziato onesto cerca, si pone domande e non esclude aprioristicamente nessuna spiegazione. In altri termini, si pone in ascolto con rispetto di ciò che osserva e se quello che scopre lo mette di fronte alla prospettiva che, come dice il Premio Nobel Carlo Rubbia, "la natura è costruita in maniera tale che non c'è dubbio che non sia costruita così per un caso". Lo scienziato quindi si ferma onestamente a contemplare e a rispettare questo mistero, come il medico dovrebbe fermarsi e rispettare la vita umana anche germinale che ha di fronte. Dalla volontà di confutare questa ingiusta leggenda metropolitana, che tra l'altro dimentica che la stragrande maggioranza di scoperte scientifiche che hanno cambiato il volto del nostro mondo sono state fatte da scienziati credenti e cristiani, nasce l'idea di portare in giro per l'Italia i "Mendel Day" da Gregor Mendel (1822-1884), il frate agostiniano considerato il precursore della moderna genetica grazie ai suoi esperimenti sui piselli. Tra febbraio e marzo 2014 i Mendel Day animeranno una trentina di città italiane e vedranno il contributo di storici, filosofi, medici, scienziati di varia estrazione e di notevole caratura, tra i quali si segnala la significativa presenza di Domenico Coviello, co-presidente nazionale di Scienza & Vita; di Paolo Musso, membro del SETI Permanent Study Group per la ricerca della vita nel cosmo nell'ambito dell'International Academy of Astronautics; di Massimo Gandolfini, vicepresidente nazionale di Scienza & Vita e di tanti altri... Scienza & Vita Siena è lieta di aggiungere la propria presenza a questa prestigiosa iniziativa organizzando il "Mendel Day di Siena" previsto per il prossimo 7 marzo alle 21.15 presso la sala g.c. dal Centro Culturale Benedetto XVI in via Aretina 174. Relatori della conferenza saranno Enzo Pennetta (naturalista) che svolgerà la propria riflessione dal titolo "Da Mendel a Lejeune: scienza, genetica e fede" e Carlo Bellieni (neonatologo) che illustrerà il tema "Sento, dunque sono: la scienza e la vita prenatale". Un evento importante che rappresenta un momento di grande rilevanza per la nostra città e che, auspicabilmente, sarà di indubbio richiamo e contenuto. Come sempre Scienza & Vita Siena è in prima fila per proporre a tutti riflessioni di grande interesse che favoriscano il dibattito e la riflessione pubblica troppo spesso in mano alla superficialità e alla faziosità. Per ulteriori informazioni potete consultare il nostro sito internet, cliccando qui!
Fonte: Scienza & Vita Siena, 15 febbraio 2014
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IDEOLOGIA GAY A SCUOLA: I VESCOVI TOSCANI SONO PREOCCUPATI
Comunicato della CET (Conferenza Episcopale Toscana): ''E' sotto attacco la famiglia naturale fondata sull'unione di un uomo e di una donna''
Fonte Avvenire, 12 febbraio 2014
I vescovi toscani sono "preoccupati per i tentativi di introdurre il tema della valorizzazione delle differenze di genere nei percorsi formativi dei docenti e degli studenti, secondo modalità ispirate alla cosiddetta teoria del gender". È quanto si legge in una nota della Conferenza episcopale toscana, riunita nel giorni scorsi all'eremo di Lecceto, a Firenze. I vescovi rivendicano piuttosto, anche nella scuola, "la dignità culturale di una visione antropologica fondata sulla differenza e complementarietà tra i sessi". Per la Cet, infatti, c'è il rischio "che, per motivi ideologici, venga propagata nelle scuole una concezione lontana da quella della famiglia naturale - continua la nota -, subordinando la stessa identità sessuale biologica a quella culturale, per di più soggettivamente determinata". Infine, sempre a proposito della scuola, quella statale e quella paritaria "non devono essere messe in contrapposizione e sono ambedue da sostenere per una crescita educativa delle nuove generazioni secondo principi di libertà" concludono i vescovi.
Fonte: Avvenire, 12 febbraio 2014
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PARTE DA SIENA IL PROGETTO DI INDOTTRINAMENTO GAY NELLE SCUOLE FINANZIATO DALLA REGIONE TOSCANA
Comunicato stampa dei circoli toscani de La Manif Pour Tous
Fonte La Manif Pour Tous Toscana, 11 Febbraio 2014
I circoli toscani de La Manif pour tous Italia denunciano con profonda preoccupazione il progetto "Omofobia, transfobia e bullismo" rivolto ai ragazzi della scuola primaria e secondaria, finanziato dalla Regione Toscana, patrocinato dall'Ufficio Scolastico Regionale e coordinato dall'Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, che vede il pieno coinvolgimento della nostra regione nell'attuazione della Strategia Nazionale di contrasto all'omofobia promosso dall'UNAR-Dipartimento Pari Opportunità, attraverso la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti-Discriminazioni (Ready). Pur confermando che la scuola deve educare al rispetto di ogni persona combattendo tutte le forme di violenza, riteniamo però che tale progetto, che formalmente ha come obiettivo il contrasto al bullismo omofobico e transfobico, sia in realtà lo strumento con cui si vogliono "educare" le giovani coscienze dei nostri bambini e dei nostri ragazzi alla ideologia Gender. Tale teoria si prefigge come fine quello di decostruire l'ordine naturale fondato sulla differenza sessuale maschile-femminile, per imporre il primato del genere, cioè di una soggettiva percezione della propria identità sessuale completamente svincolata dalla realtà corporea sessuata della persona. Inoltre con questo progetto si vuole demolire nei bambini una visione etero-normativa della realtà umana, insegnando la "normalità", e finanche la bontà, di qualsiasi orientamento sessuale come ad esempio di quelli omosessuale, transessuale, bisessuale, etc (fino a comprendere infinite e bizzarre "varianti di genere"), aprendo la strada all'accettazione indiscussa del "matrimonio" gay e dell'adozione di bambini da parte di coppie gay (o di qualsiasi orientamento sessuale). Il progetto è ufficialmente partito a metà Gennaio nella provincia di Siena, coinvolge insegnanti, genitori e gli studenti di ben 20 classi (appartenenti all'Istituto Bandini di Siena, alla Scuola superiore di Chiusi, alle scuole medie di Chianciano Terme e di Foiano della Chiana), ed è gestito da professionisti affiancati da persone appartenenti al Movimento Pansessuale - Comitato Territoriale Arcigay (associazione che, come tutti sanno, porta avanti le istanze politico-culturali della comunità LGBTQI, cioè lesbica-gay-bisessuale-transessuale-queer-intersessuale). Tale progetto (iniziato in via sperimentale anche nelle scuole di altre province) sarà poi diffuso in tutte le scuole della Toscana. Visto che l'educazione e l'istruzione dei figli spetta primariamente e su ogni campo ai genitori (l'articolo 26 della Costituzione Italiana riconosce ai genitori il diritto di priorità di scelta del tipo di educazione da impartire ai propri figli) e visto che tale progetto è finanziato con i soldi dei cittadini toscani, LMPT Toscana chiede che sia spiegato a tutti, genitori per primi: 1- in base a quali criteri razionali e educativi si è scelto di affidare tali progetti in via esclusiva ad associazioni come l'Arcigay o a movimenti omosessualisti; 2- come mai non siano state coinvolte le Associazioni dei Genitori, che sono quelle ufficialmente accreditate per interloquire col Ministero e con gli Uffici Regionali scolastici anche su tali progetti; 3- se i presidi, i consigli d'istituto e di classe, consapevoli della gravità di tali progetti, abbiano preventivamente richiesto il consenso espresso (anche scritto) dei genitori, spiegando adeguatamente loro quali sono le finalità vere di queste proposte finanziate dalla regione, e abbiano sottoposto alla visione dei genitori, per un tempo congruo, i manuali che s'intendono distribuire e i programmi dettagliati delle lezioni, nonché prevista la partecipazione dei rappresentanti dei genitori alle stesse lezioni. Infine, LMPT Toscana chiede alla Regione Toscana di ritirare e comunque di sospendere immediatamente il progetto scolastico "omofobia, transfobia e bullismo", così come formulato, in tutte le scuole toscane, in quanto concretamente in grado di arrecare danni irrimediabili alla sfera psichica ed emotiva dei bambini, preannunciando, in caso contrario, unitamente alle altre associazioni di famiglie presenti sul territorio che vorranno aderire, ogni iniziativa possibile a tutela del diritto/dovere dei genitori di educare i propri figli. LMPT invita comunque sin da ora tutti i genitori a chiedere immediatamente l'esenzione dei propri figli dal frequentare le ore del progetto, elevando la propria voce con la massima forza e in tutte le sedi competenti, con le modalità loro consentite dalla legge.
Per seguire le attività de LMPT Siena c'è una pagina facebook, raggiungibile al seguente link: https://www.facebook.com/pages/La-Manif-Pour-Tous-SIENA/398995906893696
Fonte: La Manif Pour Tous Toscana, 11 Febbraio 2014
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QUELLA STRANA FRETTA DI DIRE ''SIETE STERILI''
Conviene di più alimentare il mercato delle tecniche di fecondazione che curare l'infertilità...
di Carlo Bellieni - Fonte: Avvenire
Saranno almeno rimasti due minuti a bocca aperta i fautori della fecondazione in vitro senza limiti, a leggere il British medical journal del 28 gennaio? Forse no, perché quando si sollevano dubbi di costituzionalità sulla legge 40 ma non si parla delle falle della tecnica fecondatoria che la legge cerca di arginare è anche facile che gli studi che dicono cose sgradite vengano ignorati dai media. Il giornale scientifico, uno dei maggiori al mondo, in un’analisi fatta da ricercatori della task force sulla fecondazione in vitro, titola: «Staremo ricorrendo troppo alla Fiv?». Gli studiosi lamentano un eccessivo ricorso a questa tecnica, cioè che vi si ricorra per le coppie non solo sterili, ma anche per quelle subfertili, cioè quelle che non concepiscono dopo un anno di tentativi. Troppa fretta; e perché mai? Commercializzazione eccessiva delle pratiche fecondatorie, o ansia nelle coppie che decidono a tavolino di rimandare troppo il concepimento? Un eccesso senza conseguenze? Pare proprio di no: la task force spiega bene i rischi per i bambini dovuti alla Fiv, tra cui «il 50-70% in più di prematurità e di malformazioni», nonché le preoccupazioni per la salute a lungo termine dei bambini in particolare rischi di ipertensione e di problemi epigenetici. E fa riflettere leggere le seguenti parole: «I finanziatori sembrano avere poco interesse nel sovvenzionare studi sulla sicurezza a lungo termine. La Fiv è cresciuta in molte parti del mondo come industria che genera profitto piuttosto che pensare alla salute di mamme e bambini. Questo vale non solo per le cliniche private». Sarebbe bene chi non ama la legge 40 leggesse quanto la task force inglese riporta e che avvalora le norme cautelative della legge 40: «Finché queste preoccupazioni non saranno risolte, ci deve essere cautela nell’usare la Fiv in coppie in cui i benefici sono incerti e le possibilità di concepimento naturale ancora ragionevoli». Cosa dovrebbero pensare i soloni che predicano l’accesso senza se e senza ma alla Fiv se leggessero le conclusioni dello studio? «L’outcome dei bambini concepiti con Fiv sembra essere peggiore che in quelli concepiti naturalmente» e «per coloro che necessitano un aiuto, la sicurezza e la efficacia della Fiv devono essere esaminate di sana pianta». Almeno valga l’appello di Angela Nelmes, dottoressa passata lei stessa al vaglio della Fiv (per poi concepire spontaneamente) in commento a questo studio: «Insieme alla sicurezza della Fiv, dobbiamo considerare l’educazione delle coppie che si preparano a concepire». Già: perché non ripartire dal diffondere una reale ecologia della gravidanza fisiologica e al tempo giusto?
Carlo Bellieni sarà uno dei relatori al Mendel Day in programma a Siena venerdì 7 marzo alle 21.15. Per informazioni andare al seguente link: http://www.scienzaevita-siena.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=conferenze_future
Fonte: Avvenire
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NUOVE FRONTIERE PER LA SCIENZA SE SI RAGIONA SECONDO LA VITA
La retta scienza apre sempre scenari favorevoli alla difesa della vita
di Carlo Bellieni - Fonte: L'Osservatore Romano
La retta scienza apre sempre scenari favorevoli alla difesa della vita; Papa Francesco va al nocciolo in questo: “La fede non ha paura della ragione; al contrario, la cerca e ha fiducia in essa” (Evangelii gaudium, 242). La Giornata della Vita serve proprio a sottolineare queste parole di fiducia nella ragione e di amore alla vita, e lo facciamo qui con degli esempi recenti e illuminanti. Un esempio viene dalla nuova frontiera della biologia, l’epigenetica, che mette fine alla visione riduzionistica, secondo cui sarebbe bastato “leggere” il DNA per decifrare cosa è la vita e apre ad un orizzonte positivo e affascinante. Infatti ci spiega che il DNA invece che un motore immobile del nostro destino, oggi deve essere considerato una specie di software che senza stimoli esterni non è in grado di funzionare: il DNA da solo non basta a spiegare la complessità della vita, spiega la rivista Cytogenetic and Genome Research, dichiarando obsoleta l’idea di “gene limitato al DNA” e dunque l’equazione “vita uguale DNA”. Viene oggi criticato addirittura quello che alcuni scienziati del secolo scorso avevano battezzato “dogma centrale” della genetica cioè la certezza che l’ambiente non interferisce con l’espressione del DNA: i fisiologi Sarah Franklin, e Thomas Vondriska dell’Università di California già nel 2011 criticavano questa limitazione riduzionistica, il biologo Eugene Koonin nel 2012 spiegava che il “dogma centrale” ormai non è più un principio assoluto e il World Journal of Biological Chemistry del maggio 2013 spiega che “biologia e vita non sono solo l’informazione digitale codificata dal DNA”. Questo non significa non gioire per i progressi che la genetica porta giorno per giorno nella cura e nella conoscenza dell’uomo; ma pensare che tutto si risolva nel leggere il DNA è una visione limitata della scienza. Ridurre la vita ad un DNA che agisce meccanicisticamente, significava anche un altro grave errore: pensare che nel DNA avessero importanza solo singoli pezzetti che codificano singole proteine, supponendo che il resto fosse una specie di errore della natura; infatti nel secolo scorso gran parte del DNA sbrigativamente era stato battezzato “DNA-spazzatura” (o in inglese junk-DNA) perché erano parti di cui non si vedeva una chiara ed evidente azione sulla vita cellulare. Invece oggi sappiamo che proprio queste parti apparentemente inutili sono importantissime: “Quello che un tempo si credeva DNA-spazzatura ora è la chiave di tanti meccanismi genetici” riporta la rivista Clinical Chemistry: anche in campo genetico in realtà tutto serve, nulla è scarto. Nella vita, insomma, nulla è inutile e insignificante, come sempre ripete papa Francesco mettendo in guardia dalla cultura dello scarto, che elimina chi non serve o ciò che non si è ancora compreso. Ma la scienza ci regala sempre maggiori dettagli sulla bellezza di quei tratti della vita che a qualcuno sembra senza valore. Uno dei dati più significativi lo ritroviamo nel numero di gennaio 2014 di Developmental Psychobiology: dei ricercatori canadesi riportano l’importanza delle percezioni del feto nell’utero, in particolare di quella della voce della mamma, piuttosto di quella del babbo; segno di una attività neurologica già in grado di distinguere i diversi stimoli prima della nascita, di avere memoria e percepire con i sensi già a partire dalla metà della gravidanza. Dunque quello che sembra “da scartare” o ignorabile, nella realtà non lo è. E’ bello che questo messaggio venga dalla scienza pura; come insegna papa Francesco, la difesa della vita non deve temere la scienza: “Ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che la vita è sempre, in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede ma di ragione, per un discorso di scienza!” (20 settembre 2013). Tanti scienziati infatti studiano con rispetto l’infinitamente piccolo, cioè l’alba della vita, altri si prodigano nella conoscenza dei bisogni delle persone più emarginate e riescono a mostrare la bellezza della vita anche laddove viene creduta di minor “importanza”; e chi davvero fa seriamente ricerca scientifica scorge sempre nella vita stessa qualcosa che supera sempre l’idea che ce ne siamo fatta.
Carlo Bellieni sarà uno dei relatori al Mendel Day in programma a Siena venerdì 7 marzo alle 21.15. Per informazioni andare al seguente link: http://www.scienzaevita-siena.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=conferenze_future
Fonte: L'Osservatore Romano
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I ''FIGLI'' DI COPPIE GAY VIVONO IN MEZZO A VIOLENZE, CAMBI DI PARTNER, SQUILIBRI MENTALI
Frequenti sono anche abusi sessuali, depressione, alcol e droga: lo dicono studi scientifici che vengono taciuti
di Gerard van den Aardweg - Fonte: Il Timone
Fonte: Il Timone
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IL QUARTO REICH E' TRA NOI - COME SI AZZERA LA TALASSEMIA
Tante malattie vengono prevenute ricorrendo all'aborto...ma così si previene la vita...è un progresso della scienza questa cultura dello scarto e della morte?
Fonte www.postaborto.it
Passeggiando nel forum del Dono mi sono imbattuto in un tema scritto da un ragazzo talassemico ed inviato dalla sua insegnante a Famiglia Cristiana. Forse non si può pretendere da tutti la stessa vitalità e la stessa forza nonostante la sofferenza, ma resta una bella testimonianza. Poco oltre si parlava di un sito che affronta il tema della “prevenzione” della talassemia, e fra breve capirete il perché delle virgolette. Eccovi alcuni brani: "Più recentemente gli studi genetico-molecolari e più precisamente quelli sul DNA dei geni globinici, associati con la messa a punto di nuove tecniche per il prelievo del materiale genetico del feto (i villi coriali), hanno aperto una seconda via di prevenzione dell’anemia mediterranea: quella della diagnosi genetica precoce della malattia nel feto (diagnosi prenatale) e dell’interruzione della gravidanza se il bambino risulta ammalato. Oggi esistono dunque due diversi metodi per evitare la nascita di malati di anemia mediterranea: 1. la prevenzione pre-matrimoniale che si realizza identificando precocemente e cioè fin dall’adolescenza i portatori sani di beta microcitemia (e cioè la varietà di microcitemia che causa la malattia) ed informandoli esattamente dei rischi del matrimonio fra due beta microcitemici e dei mezzi per evitare questi rischi; 2. la prevenzione post-matrimoniale che si attua prima o subito dopo il concepimento di un figlio da parte di una coppia microcitemica e che consiste nell’applicazione della diagnosi prenatale nelle prime settimane di gravidanza e nell’eventuale aborto se il feto risulta ammalato." Attenzione: all'estensore della pagina è scappato un “bambino” ma poi si è corretto con un asettico “feto”. Dunque, se il bambino è ammalato lo si fa fuori. Ma allora perché non estendere questo tipo di prevenzione a tutte le malattie e a tutte le età? Se ne avrebbero importanti benefici, come copriremo tra poco. "Complessivamente attraverso queste vastissime indagini popolazionistiche sono state identificate fino ad oggi nel Lazio 916 coppie a rischio ed interrotte 143 gravidanze con feti omozigoti." Ovvero 143 bambini ammalati sono stati fatti fuori grazie alle tecniche mediche: se non è progresso questo... e ancora: "Dal 1992 al 1998 non è più nato nel Lazio nessun malato di anemia mediterranea. Nel 1999 ne sono nati due, ma per cause indipendenti dal piano di prevenzione. Nel corso degli ultimi 25 anni ne sarebbero nati, in assenza degli interventi di prevenzione, più di 200.Il dato evidenzia chiaramente gli enormi benefici che il piano di prevenzione ha arrecato non solo a livello medico, morale e sociale alla popolazione del Lazio, ma anche a livello economico-finanziario." Sono fieri questi signori del loro operato. Purtroppo due bambini sono nati, in barba alle loro strategie “preventive” ma l’azzeramento della malattia è riuscito quasi completamente. L’eventuale aborto allora – visto che dove questo metodo “preventivo” è stato proposto è sempre stato effettuato – non è poi tanto eventuale, ma indispensabile, certo, irrinunciabile. E oltretutto questo aborto “terapeutico” non è la extrema ratio ma la possibilità più frequente: nel 70% (143 su 200) dei casi la “prevenzione” avviene con l’eliminazione del malato. Prodigi della medicina odierna! Naturalmente per questi medici, oltre alla disumanità di questa tecnica “preventiva”, non esistono le pesanti ricadute psicologiche sulla madre, sulla famiglia, sui figli superstiti che si accorgono che se fossero stati malati sarebbero stati fatti fuori. E l’aborto viene spesso effettuato in seguito a fortissime pressioni da parte dei medici ed i genitori che decidono di non sopprimere il figlio vengono etichettati come pazzi ed egoisti. E per concludere, in questa pagina web che avrebbe fatto inorridire Ippocrate, viene allegata una tabella che rende bene il raggiungimento dell’“azzeramento” delle nascite di bambini malati. Azzeramento della Talassemia Domande: da quando comincia questa (va riconosciuto) efficace opera di "prevenzione"? E da quando è entrata in vigore la legge 194? C'è un nesso tra le due cose? Ma la legge 194 non ci avevano detto che era per combattere l'aborto clandestino e salvaguardare la salute della donna? Come mai i partiti che l'hanno votata non si sono mai lamentati di queste conseguenze eugenetiche? E concludo citandovi uno scritto di qualche decennio fa. Un bambino idiota costa quanto quattro o cinque bambini sani. Il costo per otto anni di istruzione normale è di circa 1000 marchi. L’istruzione di un sordomuto costa circa 20.000 marchi. In tutto il Reich tedesco spende circa 1,2 miliardi di marchi ogni anno per la cura ed il mantenimento di cittadini con malattie genetiche. Era il 1937 e, a differenza di oggi, lo sterminio dei malati era adombrato ma non era mai esplicitato pubblicamente. Alle famiglie dei bambini uccisi veniva detto che erano morti di polmonite e le uccisioni avvenivano all'interno di “cliniche” inaccessibili. Oggi lo sterminio avviene alla luce del sole e viene fatto passare per “prevenzione”, “terapia”. Goebbels al confronto era un dilettante.
Il Quarto Reich è tra noi. Anzi, peggio, è entrato dentro di noi.
Fonte: www.postaborto.it
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INFANTICIDIO...DAVVERO QUALCOSA DI COSI LONTANO DALLA PRATICA ODIERNA?
Perchè un bambino nato dovebbe valere più di quanto valeva nella pancia della mamma?
di Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
Midolli spinali recisi, crani fracassati, cervelli aspirati, a centinaia, era la procedura con cui il dottor Kermit Gosnell (di cui la Nuova BQ ha già parlato) praticava gli aborti tardivi nella sua clinica. I bambini venivano messi dove capitava, nei sacchi della spazzatura, nelle scatole da scarpe, uno è stato ritrovato dall’FBI congelato in un bottiglione per l’acqua. Talora le donne abortivano nel water ed i bambini venivano lasciati morire affogati. Aborti effettuati ben oltre il termine legale delle 24 settimane, i bambini abortiti che erano ancora vivi erano lasciati morire e, quando serviva, il dottor Gosnell li assassinava direttamente; il bravo dottor Gosnell, l’amico delle donne. Era furbo il dottore, cancellava i registri, ma per tre di questi bambini l’accusa è riuscita ad incastrarlo per omicidio volontario. Si è beccato l’ergastolo, è scampato alla pena di morte perché i suoi legali hanno rinunciato a presentare appello. Come si dice dalle nostre parti, la verità giudiziaria ha stabilito la sua colpa. “La clinica degli orrori del dottor Gosnell” è il titolo del resoconto del Corriere della Sera; si parla di “metodi agghiaccianti”. Tutti a condannare Gosnell, nemmeno una voce a difenderlo e questo è strano, molto strano. Perché a ben vedere il medico di Philadelphia non ha fatto altro che mettere in pratica le teorie che occhialuti professori seduti su prestigiose cattedre universitarie indicano da anni come la condotta del buon medico. Il dottor Gosnell effettuava aborti oltre le 24 settimane di gestazione. Ma non si è detto fino allo sfinimento che l’aborto tardivo deve essere consentito? Il premio Nobel per la pace Barak Hussein Obama, attuale presidente degli Stati Uniti, non è forse vero che si oppose da senatore alla legge di George Bush che proibiva l’aborto a nascita parziale? Il dottor Gosnell non rianimava i feti dopo l'aborto tardivo. Ma tante linee guida neonatologiche ancora oggi insegnano a non rianimare i feti nati pretermine a 22-23 settimane. Non è forse vero che anche in Italia si è tentato (provvidenzialmente senza riuscirci) di privare il neonato fortemente pretermine del diritto sacrosanto ad avere una chance di vita? Il dottor Gosnell uccideva i neonati che sopravvivevano all’aborto. Non è il professor Mori, docente di bioetica a Torino e presidente della Consulta di Bioetica onlus, ad avere difeso la dignità scientifica della tesi di Giubilini e Minerva sull’infanticidio, ribattezzato “aborto post-nascita”? Suvvia signori, un po’ di coerenza! Perché siete improvvisamente diventati muti vedendo l’applicazione delle teorie abortiste? Non si può gettare il sasso e poi nascondere la mano. Il dottor Gosnell sarà criticabile per i metodi rudi, per la mancanza di asepsi, per le anestesie dozzinali, ma si abbia il fegato di riconoscere in lui un attento allievo della bioetica libertaria. Se il buon medico non obietta, allora almeno in quello il dottor Gosnell doveva essere un buon medico. Peter Singer, il famoso bioeticista dell’Università di Princeton, ha scritto infatti che “Né un neonato né un pesce sono persone, uccidere questi esseri non è moralmente così negativo come uccidere una persona”. Gli sono compagni nell’ammettere l’infanticidio le filosofe Helga Kuhse e Nicole Hassoun, il bioeticista Hugo Tristam Enghelardt Junior, professore alla Rice University di Houston e molti altri. Il professor Richard Dawkins, icona dell’ateologia militante, ha dichiarato su twitter che “ogni feto è meno umano di un maiale adulto”. Tra gli zelanti esecutori di tali teorie pare non vi fosse solo il dottor Gosnell. Spunta infatti un’intervista realizzata dall’organizzazione “Life Dynamics” a tre assistenti di una clinica per aborti di Houston diretta dal dottor Douglas Karpen in cui si racconta che ad ogni seduta di aborti tre o quattro bambini nascevano vivi e venivano uccisi dal medico, a volte torceva loro il collo con le proprie mani, altre volte li soffocava chiudendo con il dito la trachea. Le autorità hanno avviato le indagini anche per questo caso. Cose dell’altro mondo? Cose da americani? Cose che da noi non possono succedere? Sembrerebbe di no. Anche l’Italia ha avuto la sua clinica degli orrori. La Corte di Cassazione, VI sezione penale, con la sentenza numero 6141 del 17 febbraio 2007 ha confermato la condanna dei ginecologi Ilio e Marcello Spallone a 18 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario nell’ambito degli aborti clandestini eseguiti a Villa Gina. Anche lì il processo racconta che non si andava per il sottile, forse perché, abituati ad ammazzare i bambini nel ventre della madre diventa più facile ammazzarli anche fuori. Come riporta un quotidiano, un dipendente della clinica raccontò al magistrato: “Quando Ilio Spallone alzò la bacinella che aveva davanti vidi un feto formato, con braccia e gambe di circa 25 centimetri. Vidi Spallone girarsi e andare verso il lavandino tritatutto, ebbi un mezzo svenimento e fui invitato ad uscire”. Qualcuno è pronto a mettere la mano sul fuoco per escludere che altri casi simili esistano? Se la macelleria umana suscita orrore, non meno ribrezzo una società appena decente deve avere per le teorie poste a giustificazione dell’orrore. È l’idea che si possa sopprimere un essere umano del tutto innocente e indifeso ad essere orrenda e l’averla legalizzata non la rende meno schifosa. E lo schifo non viene meno neppure se lo si copre della rispettabilità scientifica. Il Journal of Medical Ethics ha dedicato un intero numero monografico a discutere la bontà o meno dell’infanticidio. L’editor della rivista, il professor Savulescu, benché non concorde con gli autori sul contenuto, ha giustificato la scelta di pubblicare l’articolo sull’aborto post-nascita dicendo che la rivista non scarta i lavori per il solo fatto che le conclusioni sono controverse, ma pubblica sulla base della qualità dell’argomentazione che deve poggiare su premesse non erronee ed essere priva di lacune logiche. Bene, proponiamo un paio di argomentazioni che, stante il livello, ad occhio e croce dovrebbero essere degne della rivista diretta dal professor Savulescu. La prima è questa: poiché un rispettabilissimo docente dell’Università San Raffaele ritiene che il confine tra essere umano e persona possa essere stabilito “per convenzione”, allora può essere che sia moralmente legittimata la strage in Rwanda purché ciascuna delle due etnie abbia stabilito “convenzionalmente” che l’altra è composta di non-persone. E questa è la seconda: poiché è tesi consolidata che non si sia persone in mancanza di auto-coscienza, allora se io nel sonno russassi, come “non-persona” potrei lecitamente essere fatto fuori dalla “persona” di mia moglie che avrebbe diritto a tutelare la propria salute. Di queste cavolate ne posso produrre una bella sfilza, metterle in un perfetto inglese e sottoporle al professor Savalescu da cui mi aspetterei fedeltà ai criteri enunciati per accettare le pubblicazioni. Forse il mio rating accademico come bioeticista crescerebbe a dismisura, ma ho l’impressione che il valore oggettivo del mio pensiero bioetico si ridurrebbe a quello di paramecio. Ma tant’è, viviamo nel tempo predetto da Chesterton, dove si deve sguainare le spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate ed accendere fuochi per difendere che due più due fa quattro. Ed allora è contro il putridume abortista che ogni anno, anche in Italia, uomini, donne, vecchi e bambini hanno cominciato a marciare, dando voce a quegli innocenti silenziati e annichiliti a cui persino il lamento e la protesta gli abortisti vogliono impedire.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OLANDA, IL ''PADRE'' DELL'EUTANASIA DENUNCIA GLI ABUSI
La nostra indifferenza verso eutanasia e aborto creerà la nuova Shoa (che cominciò proprio dalla morte pietosa concessa ai disabili) alla faccia delle celebrazioni del ''giorno della memoria''
di Leone Grotti - Fonte: Notizie Pro Vita
«La legge sull’eutanasia in Olanda sta deragliando». Non sono le parole di un qualunque pro life, magari cattolico, contrario alla “buona morte” ma di Boudewijn Chabot. Tra i più fervidi sostenitori dell’eutanasia, lo psichiatra nel 1994 fornì un farmaco letale per il suicidio assistito a una sua paziente con problemi mentali. Riconosciuto colpevole, non è stato condannato dai giudici, che hanno ritenuto la sua azione «amorevole», e sul suo caso è stata poi costruita la legge sull’eutanasia approvata nel 2001. EUTANASIA A TUTTI. Chabot ha pubblicato un commento critico sul quotidiano olandese NRC Handelsblad dopo l’incredibile caso (di cui vi abbiamo già parlato) di George Wolfs, medico che dopo aver rifiutato l’eutanasia a una donna malata di mente, rispettando la legge, saputo che un altro medico l’aveva invece autorizzata e uccisa, l’ha denunciato, ma è stato accusato dalla Commissione di valutazione dell’eutanasia. In Olanda, nonostante sia illegale, sono state uccise con l’eutanasia nel 2012 14 persone malate di mente, nove nel 2013. Tutte, come la donna, hanno ricevuto il trattamento letale nella “Clinica fine vita”, che aiuta le persone che lo richiedono a morire a prescindere dalla motivazione. MALATI PSICHIATRICI. Lo psichiatra Chabot resta favorevole all’eutanasia, anche quella illegale di persone con problemi mentali, ma protesta perché «pazienti psichiatrici dovrebbero essere trattati solo dai loro medici personali», che conoscono «la loro storia terapeutica», e non da sconosciuti. La donna, infatti, è stata autorizzata a morire da un medico che non l’aveva mai vista prima nel giro di una settimana. «NON MI SENTO A MIO AGIO». Il padre dell’eutanasia olandese dice di «non sentirsi più a mio agio» con questa legge, che ha troppi «difetti», e di essere rimasto «sorpreso dai recenti sviluppi». La legge, infatti, come in Belgio, non viene più rispettata in alcun modo e il trattamento letale può essere ottenuto anche da persone che non sono affette da malattie terminali, condizione indispensabile secondo la legislazione olandese, che accetta addirittura l’uccisione dei minorenni sopra i 12 anni. Chabot sembra sorpreso ma non c’è niente di cui stupirsi perché, come diceva a tempi.it monsignor Elio Sgreccia: «Quando si apre una porta, anche poco, si accetta l’idea che si spalanchi sempre di più. È un’illusione pensare di poter limitare l’eutanasia o il suicidio assistito entro confini rigidi, controllando la pratica».
Fonte: Notizie Pro Vita
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PAPA FRANCESCO: SI ALLA VITA SENZA COMPROMESSI
Non combatte in modo credibile la ''cultura dello scarto'' chi parla volentieri della fame del mondo, ma non si oppone all'orrore dell'aborto
di Alfredo De Matteo - Fonte: Corrispondenza Romana
Fonte: Corrispondenza Romana
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