MARCIA PER LA VITA: ANCORA PER DIRE DI NO ALLA CULTURA DELLA MORTE
Sempre di più i partecipanti
di Marco Guerra
La marcia per la vita è in crescita senza l'appoggio del potere. Questo è il primo dato che va registrato riguardo all'VIII edizione dell'iniziativa che ricade nel quarantennale della 194. L'iniziativa arriva anche dopo poche settimane dal tragico epilogo della vicenda di Alfie Evans e dalla rimozione dei manifesti Pro Vita e CitizenGo. Presenti tutte le sigle del mondo pro life italiano. Tra gli esponenti di partito Meloni e Pillon. La marcia per la vita è in crescita. Questo è il primo dato che va registrato riguardo all'VIII edizione dell'iniziativa che ricade nel quarantennale della 194, la legge italiana sull'aborto. L'iniziativa arriva anche dopo poche settimane dal tragico epilogo della vicenda di Alfie Evans e dalla rimozione dei manifesti Pro Vita e CitizenGo. Per tutti questi motivi il popolo pro life ha voluto far sentire di nuovo forte la sua voce con una manifestazione partecipata da migliaia di persone. Il corteo, che si è snodato da piazza della Repubblica a piazza Venezia, al suo passaggio ha coperto tutta via Cavour. Di questi tempi non è facile vedere migliaia di famiglie con bambini camminare tra le strade di Roma in un assolato sabato pomeriggio di fine maggio. Mamme, papà, figli e ragazzi giovanissimi che, senza il sostegno di partiti e sindacati, sono arrivati da tutta Italia per dire che la vita va custodita dal concepimento alla morte naturale. Presenti tutte le sigle del mondo pro life italiano: CitizenGo, Pro Vita, Movimento per la Vita, Popolo della Vita, Voci del Verbo, l'Associazione ginecologi e ostetrici cattolici, Comitato Verità e Vita, l'Associazione difendere la vita con Maria (realtà a sostegno alle donne che hanno abortito). Nutrita anche la rappresentanza del clero. Vale la pena segnalare anche la presenza di organizzazioni straniere e della mamma di Vincent Lambert, il cittadino francese gravemente malato che sta lottando per non vedersi applicato l'eutanasia contro il suo volere. La politica ha partecipato senza essere protagonista. Tra la folla la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni con alcuni sindaci del suo partito e il senatore della Lega Simone Pillon. I cartelli esposti dai manifestanti riportavano gli slogan della campagna di CitizenGo censurata dal comune di Roma "L'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo" e i manifestini di Pro Vita con il feto di 11 settimane. Alcuni brevi momenti di tensione si sono vissuti alla fine della manifestazione poiché un'ordinanza, applicata alla lettera dalle forze dell'ordine, vietava ai manifestanti di uscire dalla piazza con i cartelli riportanti i suddetti slogan. Per l'eterogenesi dei fini, chi voleva tappare la bocca a questo popolo ha ottenuto una delle Marce per la vita più partecipate degli ultimi anni. La verità si può strappare dai cartelloni pubblicitari ma non dalle coscienze delle persone che ieri a Roma hanno mostrato di stare dalla parte della vita.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/05/2018
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