DAT, LA LEGGE SULL'EUTANASIA
Prossimo incontro organizzato da Scienza & Vita
di Paolo Delprato
Il 31 gennaio scorso è entrata in vigore la legge che ha istituito le DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento), lascito "postumo" (che ironia!) di una legislatura che si è caratterizzata per una produzione normativa senza precedenti in quanto ad accanimento contro la cellula fondamentale della società rappresentata dalla famiglia fondata sul matrimonio (cfr Papa Francesco, discorso del 27 febbraio 2017) e nel contemporaneo allargamento smodato dei "nuovi diritti" (divorzio ultraveloce, unioni civili e, per l'appunto le DAT). Singolare, proprio in riferimento alle DAT, come assieme alla creazione di un nuovo "diritto" (in questo caso quello alla morte volontaria) nella legge ora entrata in vigore, ne sia stato nel frattempo cancellato uno mai finora messo in discussione, quello all'obiezione di coscienza, strettamente collegato alla libertà del medico di perseguire in scienza e (appunto) coscienza la migliore strada per rispettare il giuramento di Ippocrate e, ovviamente, il bene per il paziente. È ancor più singolare (in realtà, tragico) constatare come questa sia stata la risposta implicita della politica nostrana alla ormai inarrestabile crisi demografica del nostro Paese; una risposta che, anche ipotizzando l'assenza di un tale nesso, è comunque portatrice di un chiaro e inequivocabile messaggio culturale individualista e nichilista. La legge sulle DAT quindi come esempio di "crinale" culturale, oltre che medico, che pone domande profonde, esistenziali, che non possono lasciare nessuno indifferente, non foss'altro per il fatto che hanno a che fare con quel momento supremo di fronte al quale alcuno può sottrarsi. Chi è il "padrone" della mia vita? Come conciliare il diritto/dovere alla mia cura con la mia libertà? Che ruolo hanno la mia famiglia, i miei affetti, la mia storia? Cos'è che dà dignità alla vita umana? Quale il dovere del medico? Sono solo alcune delle domande di tipo esistenziale che le DAT suscitano. Solo dopo arrivano le domande "tecniche" alle quali i media, come troppo spesso capita, non danno risposte giuste. Da qui la grande confusione tra eutanasia e accanimento terapeutico, tra suicidio assistito e cure palliative, insomma una gran pasticcio. Scienza & Vita prova a dare nella nostra diocesi un contributo libero e competente nell'incontro di venerdì 23 febbraio 2018 ore 21.00 a Staggia Senese che vedrà come relatore il prof. Tommaso Scandroglio, docente di etica e bioetica e chiaro divulgatore. Ha scritto diversi libri sulla legge naturale, sulla morale e sulla bioetica. Collabora con alcune testate scientifiche e divulgative, tra cui La Nuova Bussola Quotidiana. Ha scritto per l’inserto settimanale di bioetica "È Vita" di Avvenire. Un'occasione per capire meglio la materia ed allontanare il rischio di rassegnarsi ad una legge che non doveva essere approvata e che quindi ciascuno di noi è impegnato a fare il possibile perché sia abolita e, nel frattempo, non applicata.
Fonte: Toscana Oggi, 11 febbraio 2018
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