LO DICE REPUBBLICA: IN ITALIA NON C'E' OMOFOBIA
Nessuna emergenza omofoba che possa giustificare l'aggressione di leggi contro la famiglia per proteggere i gay
da UCCR online, 05/06/2015
Ricordate le centinaia di articoli sui principali quotidiani in favore di una legge contro l'omofobia per frenare la presunta dilagante persecuzione degli omosessuali in Italia? Tutto finito, ora che vanno promossi matrimoni e adozioni Lgbt bisogna assolutamente presentare le coppie gay come totalmente integrate e accettate dagli italiani, che sarebbero così pronti a riconoscere il loro matrimonio. E' di questi giorni l'articolo-spot a favore delle adozioni Lgbt del giornalista di Repubblica Francesco Merlo(anticlericale di lungo corso): Merlo si è recato a casa di una coppia di donne con bambino descrivendo prevedibilmente la loro unione come un angolo di paradiso, di amore, di felicità, di bontà, di rispetto, di attenzione e di progresso, concludendo in modo classico: «Esco da quella casa e penso che se avessi da affidare un bambino lo darei a loro». E' il copione classico per insinuarsi emotivamente nella testa del lettore. Tuttavia nel confezionare lo spot pro-Lgbt, Merlo non si è accorto di aver appena realizzato anche uno spot contro i sostenitori dell'omofobia italiana, le due donne infatti hanno infatti raccontato -manco fossero dei profughi scappati dalla guerra-, l'aiuto e la vicinanza ricevuta dai vicini di casa, dagli impiegati dell'Anagrafe, dai negozianti del loro quartiere, dal consultorio a cui si sono rivolte e perfino al corso di preparazione al parto,«nessuna delle donne in gravidanza ha mostrato il minimo turbamento. Insomma gli italiani sono molto più avanti delle leggi dello Stato». Ma come? E la dilagante omofobia italiana? Il contesto attorno alle persone omosessuali non era mica discriminatorio, fino a poco tempo fa, tanto da aver bisogno di tutele specifiche? Evidentemente le necessità dell'associaziono Lgbt sono cambiate, la legge contro l'omofobia è passata in secondo piano e allora ecco i quotidiani che raccontano un'Italia a misura degli interessi degli attivisti omosessuali. E' sempre Repubblica, nelle sue quotidiane e sdolcinate interviste a coppie Lgbt, a confermare che quella dell'omofobia era una bufala: «Non abbiamo mai avuto problemi all'asilo, con il pediatra, per le vaccinazioni», hanno spiegato altri due omosessuali "genitori" di un bambino. «E neanche ne ha avuti con i suoi coetanei. Forse una differenza la vedremo quando sarà più grande o forse mai». E lo stesso in un terzo articolo-spot a favore delle nozze gay: «nella vita di tutti i giorni siamo una coppia accettata da famiglia, vicini e colleghi», hanno spiegato altri due omosessuali. Insomma, quando gli attivisti Lgbt volevano far passare il ddl Scalfarotto sui quotidiani non si parlava altro di questa minoranza continuamente perseguitata e bisognosa di una speciale protezione giuridica. Era una grande sciocchezza, come abbiamo dimostrato citando dati e studi sociologici, ed infatti il disegno di legge è stato velocemente accantonato con l'unanime consenso. Oggi la strategia è puntare direttamente sulle nozze gay, così le coppie omosessuali vanno presentate come isole di paradiso, capitali del rispetto e dell'amore reciproco, lontane anni luce dalla litigiosa famiglia italiana, coppie perfettamente integrate nel contesto in cui vivono, dove vengono amate e rispettate, alla faccia dell'omofobia. Entrambe le descrizioni sono false: nessuna omofobia e nessuna approvazione, gli italiani sono rispettosi delle persone ma difendono la famiglia naturale uomo-donna riconosciuta costituzionalmente, come mostrano i dati (http://www.uccronline.it/2015/05/19/gli-italiani-contrari-al-ddl-crinna-il-76-sostiene-la-famiglia-uomo-donna/). Gli sforzi e le marchette di Repubblica riescono soltanto a mostrare la perenne autocontraddizione e l'utilizzo della stampa come organo di regime e di propaganda per instaurare l'ideologia Lgbt, esattamente per questo Papa Francesco la chiama "colonizzazione ideologica".
Fonte: UCCR online, 05/06/2015
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