AGGRESSIONE OMOFOBA? NO BUFALA LGBT
Continua l'opera di disinformazione delle associazioni gay e lesbiche per far credere che ci sia una emergenza omofobia che in realtà non esiste
da UCCR online, 28/04/2015
Eravamo rimasti effettivamente stupiti qualche giorno fa quando diversi quotidiani online hanno riportato la vicenda di un'aggressione omofoba a Rovigo: un tizio avrebbe rotto un bicchiere in faccia a due persone omosessuali mentre si stavano baciando. Vuoi vedere che, dopo tutte le false notizie di questi anni inventate dalla comunità Lgbt, è emerso il primo caso di vera omofobia? Se fosse così sarebbe un gesto chiaramente da condannare, il Gazzettino di Rovigo ha accusato un pugile palestrato che la polizia starebbe cercando, il Corriere del Veneto ha dato ampio spazio alle sigle Lgbt che subito hanno proclamato l'"emergenza omofoba", il Fatto Quotidiano ha descritto la scena nei minimi dettagli, approfittando per accusare il solito anonimo sacerdote che avrebbe accusato uno dei due gay aggrediti di "rovinare il nome del paese perché gay". Come al solito, è bastato aspettare un paio di giorni e il grande caso nazionale montato dai media si è rivelato, per fortuna, l'ennesima bufala Lgbt. La notizia, come sempre, è apparsa soltanto in un trafiletto di Rovigo Oggi in un articolo intitolato: "Caso montato, l'omofobia non c'entra". Nessun pugile palestrato in fuga, nessun sacerdote omofobo, nessun bicchiere spaccato in faccia, nessuna violenza, nessuna denuncia: tutte menzogne. Lo dice a chiare lettere la stessa questura che rileva solo come, intorno alle due del mattino, un ragazzo in uno dei locali di corso del Popolo, è inciampato rompendo il bicchiere che teneva in mano. Alcuni pezzi di vetro sono finiti addosso ad una persona lì vicino: "Scusa ti ho fatto male?", le prime parole dette. Tutto qui. La vittima dello sfortunato episodio era un omosessuale e questo è bastato al mondo Lgbt per inventarsi la storia dell'aggressione omofoba durante un bacio gay da parte di un pugile omofobo (magari cattolico praticante e papaboys). Il tutto per resistere nel dipingere un fenomeno inesistente come l'omofobia e tentare di raccogliere le simpatie e l'approvazione che solitamente si concedono, per solidarietà, alle minoranze discriminate. Siamo all'ennesima invenzione, in questi mesi sono infatti stati smentiti tutti i casi di omofobia apparsi sui quotidiani: si è rivelato una bufala Lgbt il caso del ragazzo dai pantaloni rosa, il caso del tentato suicidio di un sedicenne omosessuale dell'Istituto Tecnico Nautico "Colonna", il casodel 21enne gay suicida da un palazzo a Roma, il caso della discoteca "Just In" (conclusosi con la denuncia per diffamazione del presidente di Arcigay Verbania, Marco Coppola), il il caso della professoressa licenziata da un istituto cattolico in quanto lesbica, il caso dell'insegnante di religione accusata di aver tenuto una lezione omofoba ecc. L'unica vera notizia è la ricerca effettuata dal prestigioso Pew Research Center che ha collocato l'Italia tra i Paesi del globo aventi i più bassi tassi di discriminazione dell'omosessualità.
Fonte: UCCR online, 28/04/2015
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