40.000 PERSONE A ROMA ALLA MARCIA PER LA VITA
Un grido di protesta contro quella che Papa Francesco chiama la cultura dello scarto (anche la diocesi di Siena era presente con un pullman)
di Giulia Pieragnoli
Si è conclusa in Piazza San Pietro con il Regina Coeli e con il personale saluto e incoraggiamento di Papa Francesco la quarta edizione della Marcia per la Vita che si è tenuta nella mattinata di domenica 4 maggio e che quest'anno ha richiamato a Roma oltre 40mila persone da tutta Italia e non solo. Moltissimi giovani e non più giovani, laici, religiosi e religiose si sono riversati per le vie di Roma, partendo da Piazza della Repubblica fino ad arrivare ai Fori Imperiali e poi verso via della Conciliazione: un mare coloratissimo di bandiere, striscioni, canti e danze, a testimoniare la vivacità del mondo pro life italiano e le tante associazioni che a tutti i livelli si battono per la difesa della vita umana, specialmente quella nascente. Anche il nostro pullman con oltre 50 partecipanti da tutta la diocesi, organizzato da Scienza & Vita e Cav di Siena, era presente con striscioni e bandiere. La Presidente della Marcia Virginia Coda Nunziante ha ricordato nel suo intervento dal palco posto all'inizio della marcia la dolorosa assenza di Mario Palmaro, scrittore cattolico, più volte graditissimo ospite di Scienza & Vita di Siena, addormentatosi in attesa della risurrezione lo scorso 9 marzo 2014, cui si è voluta dedicare la quarta edizione della Marcia. Il corteo ha sfilato per le vie di Roma per poi confluire in Piazza San Pietro. Il Santo Padre al termine della preghiera del Regina Coeli ha detto: «Saluto i partecipanti alla Marcia per la Vita che quest'anno ha un carattere internazionale ed ecumenico. Ai partecipanti alla Marcia per la Vita tanti auguri e avanti a lavorare su questo». La Marcia per la Vita nasce di fronte a quello che è il più spaventoso genocidio della storia, in termini di vite umane. Nel mondo ogni anno 45 milioni di esseri umani vengono assassinati. La nostra presenza ha voluto essere un atto di proclamazione del diritto a vivere dell'essere umano innocente, dal momento del concepimento alla morte naturale, ma soprattutto quando l'essere umano è più debole e indifeso, quando il grembo della madre, che dovrebbe accoglierlo, nutrirlo, dargli vita e calore, diventa la sua tomba. La nostra presenza vuole essere perciò un grido di protesta contro l'ingiustizia commessa nei confronti dei deboli e degli indifesi. Dobbiamo difendere i deboli contro cui si accaniscono i cultori della morte: non solo i bambini non nati, ma gli anziani, i malati, i disabili, vittime oggi dell'eutanasia, un delitto che segue logicamente all'aborto, come conseguenza naturale delle negazione del diritto primario alla vita. Non si tratta solo dell'aggressione ad una vita umana innocente, ma di una violazione della giustizia, di una trasgressione della legge naturale e divina. E noi vogliamo difendere non solo i diritti dell'essere umano indifeso, ma anche l'esistenza di questa legge, scritta nel cuore di ogni uomo, che impone di non uccidere l'innocente, e che non ammette eccezioni, per nessun motivo al mondo, perché è una legge assoluta, immutabile, fondata in Dio. Una legge ingiusta non diviene meno ingiusta con il passare del tempo, ma anzi con il passare del tempo, aumenta i suoi danni. E noi non ci rassegneremo mai. La nostra testimonianza vuole essere pubblica, come accade in tutti i Paesi del mondo in cui l'aborto è stato introdotto. In Italia è un fatto nuovo che ha avuto un successo inaspettato. Dal 1978 ad oggi, in oltre 30 anni, nel nostro Paese, non sono mai state organizzate manifestazioni pubbliche della portata della Marcia per la Vita, contro l'aborto e la legge 194 che lo legalizza. Questa sciagurata legge del 1978 si caratterizza per essere la legge più ipocrita del mondo: perché è sottoscritta da cattolici, e perché si intitola "Legge a tutela della maternità", ma poi di fatto legalizza l'omicidio di Stato. Proporci di abrogare la legge 194 non è irrealistico. L'aborto non è normale. Vogliamo opporci ad ogni tentativo di normalizzazione dell'aborto. Non si può normalizzare una pratica disumana. Non accetteremo mai nessuna forma neanche minimale di aborto. Papa Francesco ha ribadito l'11 aprile di quest'anno la sua contrarietà alla "cultura dello scarto" perché la vita umana è sacra e inviolabile. E noi lo abbiamo voluto ribadire con la nostra presenza a Roma. La prossima Marcia per la Vita è in programma per domenica 10 maggio 2015. Difendiamo la vita umana, che è il primo dei valori non negoziabili, intimamente connesso alla vita e all'educazione. La vita nasce e si sviluppa all'interno di una famiglia, composta da un uomo e da una donna legati per tutta la vita. Il fine del matrimonio è dare la vita e con la vita l'educazione dei figli. E la vita è un valore non negoziabile.
Nota: La prossima Marcia per la Vita sarà a Roma domenica 10 maggio 2015.
Fonte: Toscana Oggi, 18 maggio 2014
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