QUELLA STRANA FRETTA DI DIRE ''SIETE STERILI''
Conviene di più alimentare il mercato delle tecniche di fecondazione che curare l'infertilità...
di Carlo Bellieni
Saranno almeno rimasti due minuti a bocca aperta i fautori della fecondazione in vitro senza limiti, a leggere il British medical journal del 28 gennaio? Forse no, perché quando si sollevano dubbi di costituzionalità sulla legge 40 ma non si parla delle falle della tecnica fecondatoria che la legge cerca di arginare è anche facile che gli studi che dicono cose sgradite vengano ignorati dai media. Il giornale scientifico, uno dei maggiori al mondo, in un’analisi fatta da ricercatori della task force sulla fecondazione in vitro, titola: «Staremo ricorrendo troppo alla Fiv?». Gli studiosi lamentano un eccessivo ricorso a questa tecnica, cioè che vi si ricorra per le coppie non solo sterili, ma anche per quelle subfertili, cioè quelle che non concepiscono dopo un anno di tentativi. Troppa fretta; e perché mai? Commercializzazione eccessiva delle pratiche fecondatorie, o ansia nelle coppie che decidono a tavolino di rimandare troppo il concepimento? Un eccesso senza conseguenze? Pare proprio di no: la task force spiega bene i rischi per i bambini dovuti alla Fiv, tra cui «il 50-70% in più di prematurità e di malformazioni», nonché le preoccupazioni per la salute a lungo termine dei bambini in particolare rischi di ipertensione e di problemi epigenetici. E fa riflettere leggere le seguenti parole: «I finanziatori sembrano avere poco interesse nel sovvenzionare studi sulla sicurezza a lungo termine. La Fiv è cresciuta in molte parti del mondo come industria che genera profitto piuttosto che pensare alla salute di mamme e bambini. Questo vale non solo per le cliniche private». Sarebbe bene chi non ama la legge 40 leggesse quanto la task force inglese riporta e che avvalora le norme cautelative della legge 40: «Finché queste preoccupazioni non saranno risolte, ci deve essere cautela nell’usare la Fiv in coppie in cui i benefici sono incerti e le possibilità di concepimento naturale ancora ragionevoli». Cosa dovrebbero pensare i soloni che predicano l’accesso senza se e senza ma alla Fiv se leggessero le conclusioni dello studio? «L’outcome dei bambini concepiti con Fiv sembra essere peggiore che in quelli concepiti naturalmente» e «per coloro che necessitano un aiuto, la sicurezza e la efficacia della Fiv devono essere esaminate di sana pianta». Almeno valga l’appello di Angela Nelmes, dottoressa passata lei stessa al vaglio della Fiv (per poi concepire spontaneamente) in commento a questo studio: «Insieme alla sicurezza della Fiv, dobbiamo considerare l’educazione delle coppie che si preparano a concepire». Già: perché non ripartire dal diffondere una reale ecologia della gravidanza fisiologica e al tempo giusto?
Carlo Bellieni sarà uno dei relatori al Mendel Day in programma a Siena venerdì 7 marzo alle 21.15. Per informazioni andare al seguente link: http://www.scienzaevita-siena.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=conferenze_future
Fonte: Avvenire
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