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Oggi ricorre il cosiddetto Darwin day, una sorta di celebrazione di stampo ideologico della figura del grande naturalista inglese Charles Darwin. Il Corriere della Sera, quotidiano sempre più ideologicamente schierato e sempre meno pluralista, ha ricordato ieri l'evento con una breve lezione del fisico Carlo Rovelli, da tempo impegnato nel cercare di occupare il posto lasciato vacante da Margherita Hack.
Rovelli è un fisico di fama, che pratica scorribande piuttosto ardite nel terreno della teologia e della filosofia, generando un certo imbarazzo in chi ha una qualche dimestichezza con queste materie. Ma purtroppo l'Italia non ha divulgatori di ottimo livello, sia nel campo scientifico, che in quello filosofico, come gli anglofoni Paul Davies (comsologo e fisico) e John Barrow (matematico). Ebbene, nel caso specifico, secondo Rovelli le scoperte di Darwin avrebbero "messo in crisi l'idea di un Dio Creatore". Nientemeno. E perchè? Forse che il fatto che qualcosa evolva, toglie valore alla domanda sulla sua origine?
Il fatto che le realtà viventi abbiano una storia, cancella l'esigenza logica di comprendere quale sia la loro Causa prima, quale il fine, e donde provengano l'ordine del creato e le leggi naturali? L'evoluzione richiede che qualcosa vi sia. E non qualcosa da poco: l'universo, e la vita. Ma da dove vengono l'universo e la vita? Celeberrimi biochimici come Erwin Chargaff sostenevano che chi ritiene di aver risolto questo mistero, chiamando in causa il signor Caso, fa soltanto sorridere. Eppure, non molti giorni prima di celebrare il Darwin day nell'ottica piuttosto ideologica che si è detta, e precisamente il 26 gennaio, sempre sul sito del Corriere, Rovelli si era soffermato sulla figura G. Eduard Lemaître, definendolo "il primo scienziato a parlare di uovo cosmico e di espansione dell' universo". Lemaître è dunque, anche per Rovelli, il padre della cosmologia moderna, dell'idea di evoluzione del cosmo stesso. Ed era anche un prete: non aveva compreso Darwin, come invece ha fatto Rovelli?
La verità è molto più complicata: anzitutto perchè Darwin non si ritenne mai ateo, bensì agnostico, e questo per motivi esistenziali (la morte della piccola figlia Anna), più che per motivi scientifici in senso stretto; in secondo luogo perchè il suo amico-nemico, coscopritore della selezione naturale, Sir Alfred Wallace, rimase invece sempre convinto dell'esistenza di un Creatore e dell'unicità dell'animale razionale-uomo; in terzo luogo perchè molti biologi evoluzionisti, ai tempi di Darwin come oggi, professano la fede in un Dio Creatore; in quarto luogo perchè l'evoluzionismo ha varie versioni, ha subito numerose modifiche nel corso della storia, e non è una spiegazione di per se stessa onnicomprensiva; in quinto ed ultimo luogo, per non farla troppo lunga, perchè il darwinismo generò molte critiche, alcune delle quali ancora valide, non solo per motivi scientifici, ma anche perchè Darwin stesso unì talora alle sue considerazioni naturalistiche, visioni filosofiche del tutto errate (per esempio nel campo della linguistica) e qua e là, magari anche in modo contraddittorio, intrise di una mentalità piuttosto razzista nei confronti, ad esempio, degli irlandesi, delle donne e di certe etnie di selvaggi. Uno dei suoi "avvocati" odierni, Orlando Franceschelli, deve quantomeno ammettere "l'ambiguità dello stesso Darwin, certo non del tutto immune dai pregiudizi dell'Inghilterra vittoriana e imperiale in cui ha vissuto e operato", mentre storici come Léon Poliakov hanno gioco facile non solo nel citare passi di Darwin inequivocabilmente razzisti, ma anche nel ricordare il suo rapporto con il cugino Galton, padre dell'eugentica, o con Thomas Huxley, per il quale i neri sarebbero paragonabili ed anzi superiori ai bianchi, ma solo nelle gare di morsi.
Al di là delle strumentalizzioni del pensiero di Darwin, inziate già all'epoca da parte di Marx ed Engels, e proseguite nel corso degli anni, il Darwin day può essere una bella occasione per far conoscere un sito neonato, www.filosofiaescienza.it, nel quale, in modo piuttosto orginale, sono raccolti articoli e documenti utili ad indagare questa interessantissima tematica del rapporto tra scienza-filosofia-teologia, in modo serio, non troppo complicato, e soprattutto rispettoso del pensiero di grandi scienziati di ieri e di oggi.
Rovelli ci troverà premi Nobel per la Fisica, astrofisici di fama mondiale, come Piero Benvenuti, genetisti come Francis Collins, e tanti altri che non approverebbero affatto le azzardate affermazioni filosofiche e teologiche che si trovano spesso mescolate ai suoi contributi, certamente ottimi, di tipo scientifico.
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